L’interruzione della produzione del Galaxy Note 7 è, senza dubbio, l’argomento del giorno. I malfunzionamenti riscontrati da esemplari già richiamati hanno costretto Samsung a fermare la produzione e la vendita del phablet. A completare il quadro generale arriva, inoltre, l’annuncio del richiamo di tutti gli esemplari di Galaxy Note 7 venduti in Cina, mercato che inizialmente non era stato toccato dal primo richiamo di inizio settembre se non per circa 1.800 unità. Per la Cina, infatti, Samsung aveva usato un fornitore di batterie differente.
Probabilmente anche per via delle pressioni dei media e delle autorità locali, Samsung ha deciso di procedere al richiamo di più di 200 mila unità di Galaxy Note 7 già vendute in Cina ma non coinvolte nel primo richiamo del phablet.
L’interruzione della vendita del dispositivo, naturalmente, riguarda anche il mercato cinese che, al pari degli Stati Uniti e della Corea del Sud, registra l’immediato ritiro di tutte le unità di Note 7 disponibili. Ricordiamo che il Note 7 sarebbe dovuto ritornare nei negozi italiani entro la fine del mese di ottobre.
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Per ora, come ribadito già in mattinata in altre news, i programmi futuri di Samsung in merito al progetto Note 7, che rischia di costare all’azienda diversi miliardi di dollari di perdite, non sono chiari.
Samsung sta investigando sui problemi tecnici che causano il surriscaldamento dei Note 7 richiamati e delle nuove unità prodotte. Il cambio di batteria non sembra essere stato sufficiente a risolvere tutte le problematiche del phablet che potrebbe passare alla storia come uno dei più grandi fallimenti per un’azienda del settore della telefonia mobile. Maggiori dettagli sul caso Note 7 arriveranno già nel corso delle prossime ore. Continuate a seguirci su FocusTech per tutti gli aggiornamenti.