L’acqua naturale ghiaccia a zero gradi e questa è una conoscenza comune, ma apparentemente alcuni ricercatori si sono divertiti a creare qualcosa che potrebbe cambiare tutto questo. Quest’ultimi hanno infatti confermato l’esistenza di acqua ghiacciata chiamata superionica per via delle sua capacità di rimanere allo stato solido anche superato qualche migliaio di gradi. Ci sono riusciti grazie ad una certa pressione e servirà per comprendere meglio alcuni pianeti del nostro sistema solare, come Urano e Nettuno.
Nello spazio gli elementi si comportano in modo diverso rispetto alla terra. Per esempio trovare forme d’acqua liquida è praticamente un’impresa in quanto quest’ultima finisce per vaporizzarsi e diventare frammenti di cristalli di ghiaccio a causa della temperatura che in media è di meno 270 gradi Celsius. Finora c’era però una teoria che riguarda proprio la forma ghiacciata ovvero che possa esistere anche a temperature estremamente calde.
La creazione di questo ghiaccio superionico è avvenuto per mano di alcuni scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory grazie a dei laser. Un flusso conduttivo di ioni, da qui il nome, ha perso la formazione del ghiaccio ad una pressione di 30.000 volte quella atmosferica della Terra. Il primo esperimento ha dato creato una forma chiamata anche Ice VII mentre un seguente ha creato quella nota come Ice XVIII.
Ecco la dichiarazione di uno dei ricercatori, Federica Coppari: “Volevamo determinare la struttura atomica dell’acqua superionica. Ma date le condizioni estreme in cui si prevede che questo elusivo stato della materia sia stabile, comprimere l’acqua a tali pressioni e temperature e contemporaneamente scattare istantanee della struttura atomica è stato un compito estremamente difficile, che ha richiesto un innovativo disegno sperimentale.”
La dichiarazione di un altro ricercatore: “Poiché l’acqua ghiacciata nelle condizioni interne di Urano e Nettuno ha un reticolo cristallino, noi sosteniamo che il ghiaccio superionico non dovrebbe scorrere come un liquido come il nucleo esterno di ferro fluido della Terra, ma è probabilmente meglio immaginare che il ghiaccio superionico fluisca allo stesso modo al manto terrestre, che è fatto di solida roccia, eppure scorre e sostiene moti convettivi su larga scala sui lunghissimi tempi geologici. Questo può influire notevolmente sulla nostra comprensione della struttura interna e dell’evoluzione dei pianeti giganti ghiacciati, così come di tutti i loro numerosi cugini extrasolari.“
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