Grazie ad una nuova ricerca un team di scienziati del Dipartimento di Biologia del William & Mary College, ha scoperto un comportamento sino ad ora sconosciuto, e alquanto inquietante, nelle giovani stelle marine. Sembrerebbe infatti che le piccole stelle marine siano cannibali e che si nutrano dei propri fratelli per la propria sopravvivenza.
Questo comportamento è stato osservato dai due ricercatori Jon Allen, professore associato presso il Dipartimento di Biologia del William & Mary College e Karina Brocco French, una studentessa di dottorato presso l’Università della California, Irvine (che era una studentessa universitaria che lavorava nel laboratorio di Allen durante questa ricerca), nelle stelle marine della specie Asterias forbesi.
Inizialmente stavano cercando di capire come reagivano i piccoli echinodermi quando in laboratorio venivano introdotti dei granchi, feroci predatori, nelle loro vasche. Ma, come ha spiegato Allen, le stelle marine “hanno iniziato a mangiarsi l’un l’altro prima ancora che introducessimo i granchi”.
L’esperimento con i granchi è stato dunque abortito e il prof. Allen ed il suo team hanno iniziato a concentrarsi sull’osservazione di questo peculiare fenomeno di cannibalismo tra giovani stelle marine.
Le stelle marine di Forbes (A. forbesi), il cui nome è in onore di Edward Forbes, naturalista dell’isola di Man, si trovano comunemente sulla costa orientale degli Stati Uniti e misurano tra 11,9 e 24 centimetri. Le giovani e minuscole A. forbesi appena nate, subiscono un processo di metamorfosi in cui si trasformano da una forma larvale ad una forma adulta.
Le A. forbesi rimangono nella loro forma immatura, che ricorda quella di una piccola astronave secondo French, per circa un mese prima di trasformarsi in giovani stelle marine e stabilirsi sui fondali marini.
In passato si riteneva che le forme giovanili si cibassero delle forme larvali più piccole, ma a quanto pare i giovani si mangiano anche l’un l’altro. Anche se, secondo quanto emerge dallo studio, sono sempre quelli un po’ più grandi a mangiare i giovani di dimensioni minori.
Questo comportamento cannibale è stato osservato da Allen e French nei giovani echinodermi, già dopo soli quattro giorni dalla metamorfosi. Allen ritiene che questo comportamento potrebbe essere il risultato di un adattamento vantaggioso per questi echinodermi, considerando che un singolo esemplare di femmina adulta può produrre dai 5 ai 10 milioni di uova all’anno.
Ph. Credit: William & Mary College
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