I possessori di un Chromebook con 16 o 32 GB di spazio di archiviazione potrebbero non riuscire ad avviare Linux tramite Project Crostini a causa dello spazio di archiviazione limitato. Nel 2018, Google se n’è accorto e ha iniziato a lavorare per consentire a Linux di funzionare da un’unità esterna collegata a un Chromebook. Dopo un anno di silenzio, i lavori su questa funzione sono ufficialmente ripresi; negli ultimi mesi sono stati effettuati diversi aggiornamenti del codice che hanno portato avanti lo sforzo.
Supponendo che questo cambiamento vada avanti, potrebbe consentire ad alcuni Chromebook compatibili con Crostini con spazio di archiviazione limitato di eseguire la macchina virtuale per Linux su un’unità USB o persino una scheda di memoria SD. In entrambi i casi è comunque necessaria un’unità veloce per eseguire una macchina virtuale con un contenitore Linux in maniera ottimale.
Questa nuova funzione se si concretizzasse potrebbe avvantaggiare tutti gli utenti Chromebook. Ad esempio, un utente potrebbe avere 64 o più GB di capacità di archiviazione, ma gran parte verrebbe utilizzata solo per Chrome OS, app Android e archiviazione di file. Quindi sarebbe utile estrarre semplicemente un’unità USB con Linux al suo interno, avviarlo ed eseguire tutte le operazioni attraverso la macchina virtuale. Ovviamente si potranno avere più contenitori Linux configurati a seconda della necessità che sia per lavoro o per scopi generali. In ogni caso avere questa flessibilità potrebbe essere vantaggioso per tutti.
Ovviamente, dato che Google è molto concentrato sulla protezione di Chrome OS, l’implementazione del supporto Linux e VM su unità esterne comporta alcune sfide. Ci sono state discussioni tra sviluppatori su come mantenere al meglio l’ambiente protetto e allo stesso tempo portare questa funzionalità di unità esterna.
L’ultimo commento rilevante sull’aspetto della sicurezza è stato quello di “consentire dischi aggiuntivi solo su VM non attendibili”, ma potrebbe non essere una cosa negativa. Recentemente, abbiamo visto progressi nell’autorizzazione di tali VM e portando alla possibilità di installare Windows 10 in una macchina virtuale su un Chromebook. In teoria, si potrebbe eseguire qualsiasi sistema operativo all’interno di una VM non affidabile con l’unico avvertimento che potrebbe non avere pieno accesso a tutto l’hardware e il software sul Chromebook.
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