Nel corso di queste ultime settimane, benché la commercializzazione dei terminali made in Google non abbia ancora preso piede nel nostro Paese, abbiamo visto come i Google Pixel presentino dei marcati deficit funzionali in molti comparti hardware e software. Ne sono stati un caso le fotocamere, i sistemi di sicurezza ed in ultimo anche i bug audio che, a questo punto, hanno evidenziato un problema lato hardware che, a ragion veduta, non può essere certo risolto con una revisione del firmware da parte degli incaricati al progetto.
Ne siamo venuti a conoscenza attraverso uno screenshot diramato da un utente che, in occasione del manifestato problema, ha giustamente deciso di chiedere maggior chiarezza alla software house di Mountain View, la quale ha risposto dicendosi a conoscenza del problema e che il fix non può essere disposto mediante una modifica al codice sorgente del software base di sistema.
Un problema la cui segnalazione risale allo scorso 19 Dicembre 2016 e che si è portato a conoscenza del parco utenza dei nuovi Pixel Phone attraverso un video postato su Youtube, dove si sono osservate risposte pertinenti in linea con i problemi portati alla luce nell’occasione. Google, in questo contesto, ha offerto un rimborso all’utente interessato alla vicenda.
La nuova email. datata 13 Gennaio 2017, afferma, ad ogni modo, che la società non è affatto intenzionata a disporre nuovi rimborsi ma che, piuttosto, si dice disposta a fornire una sostituzione gratuita del terminale in garanzia. Un serio dietro-front, quindi, quello disposto dalla casa madre che, nel mese precedente, aveva invece deliberato per il rimborso sul terminale.
Non si sa se il tempo utile per la richiesta del rimborso sia decaduta o se, a seguito di numerose segnalazioni, l’azienda abbia unilateralmente disposto un cambio di rotta, prevedendo così soltanto una sostituzione con unità non difettose. Il rimborso, di fatto, rientra nei termini di legge previsti i quali garantiscono un decorso utile di 14 giorni a partire dalla data di acquisto, Il fatto è, in questo caso, che il 13 Gennaio 2017 va ben oltre il periodo utile di richiesta rimborso e, forse, proprio per questo la compagnia ha deciso di non ottemperare la richiesta.
Ad ogni modo la vicenda mette in chiara luce la natura del problema dei Google Pixel nel comparto audio. Un problema che non può essere risolto velocemente e tramite un update software, così come si pensava all’inizio. Di fatto, lo stesso interessato ha dichiarato che, nelle fasi iniziali, Google aveva assicurato il fatto che il bug era puramente software. A fronte di queste ultime nuove rivelazioni, quindi, risulta chiaro che la situazione non è di immediata risolvibilità e che si necessiterà di un intervento di sostituzione, in luogo di una decadenza dei termini di garanzia previsti nei 14 giorni.
Pare che la società non abbia le idee chiare in merito ai lotti difettosi e, pertanto, si è ancora la vaglio di un’indagine che consenta di delineare la serie di terminali problematici.
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