Google è sotto processo da parte della Russia per presunte violazioni alle leggi Anti-Trust relative ad alcune sue applicazioni preinstallate. I risvolti sono senz’altro clamorosi.
Google e la lotta all’anti-trust russo
La sentenza affrontata da Mountain View prevede alcuni capi d’accusa in merito alle violazione perpetrate nei confronti delle violazioni delle norme che regolano le leggi sulla concorrenza dei mercati. Come ogni altro mercato anche quello delle applicazioni risente delle norme legislative vigenti.
Per tale motivo la Russia si è espressa in merito ad alcune applicazioni che Google ha monopolizzato preinstallandole sui terminali di sistema Android. Trattasi in particolar modo di Youtube, Google Foto ed ulteriori applicazioni e servizi di sistema inseriti di default nei suddetti device. BigG d’altro canto si difende dicendo che nessun vincolo è stato imposto agli operatori ed ai partner commerciali e che nei confronti delle sue applicazioni vi è una concorrenza più che spietata.
La Russia ha fornito un ultimatum con scadenza prevista entro e non oltre la giornata di ieri. Le condizioni prevedevano le relative modifiche ai contratti stipulati con gli operatori telefonici che si sono indebitamente favoriti monopolizzando il marketing delle app. Il tribunale per le Leggi Anti-Trust potrebbe costare alla società una detrazione di profitto pari al -15% in Russia sul fatturato del 2014 a meno che non si intervenga tempestivamente cosa che non è di fatto avvenuta essendo scaduto il termine stesso.
L’azienda spiega il perché in un comunicato esprimendo ben 5 motivazioni a vantaggio della tesi secondo cui l’azienda non avrebbe adottato un regime di monopolio in Russia. A nessun operatore è stato chiesto di installare le sue applicazioni. Nonostante questo il tribunale di controllo russo sulle leggi anti-frode dei mercati non ha ancora risposto al messaggio rilasciato da Google che potrebbe registrare gravi perdite nel settore.
Ciononostante si intravede la possibilità di una risoluzione delle problematiche tramite un “processo aperto” secondo quanto riferito da Yandex. A nostro parere riteniamo che Google non sia incline verso questo genere di comportamenti. Ma, naturalmente non sta a noi decidere.
Fonte: BBC NEWS