Hasankeyf, (in greco: Kiphas; latino: Cepha; arabo: Hisn Kayfa; siriaco: Hesno d-Kifo; curdo: Hesenkeyf) è una cittadina di circa 7000 abitanti della Turchia. Si trova lungo il corso del fiume Tigri scavata nelle rocce della valle, nella provincia di Batman, nel sud-est dell’Anatolia. La città finirà sott’acqua con la costruzione di una grande diga e sta per essere completamente evacuata.
I suoi monumenti sono stati smontati e scomposti, per poi essere ricomposti in altri luoghi, oppure ricostruiti da zero o lasciati lì, nei luoghi originari, dove l’acqua li sommergerà per sempre a causa della diga Ilisu, progettata per la prima volta nel 1954. Il progetto della diga fu rievocato da Erdoğan e poi nuovamente autorizzata nel 2006 e ora diventerà operativa.
L’innalzamento dell’acqua che conseguirà alla costruzione dell diga, provocherà la scomparsa di oltre un centinaio di villaggi, lo spostamento di migliaia di persone, pericolosi cambiamenti idrogeologici e microclimatici per una produzione di energia elettrica di 3800 Gwh annui.
Allontanati da Hasankeyf: lasciamo le nostre radici e un pezzo di storia millenaria
Nel frattempo la popolazione viene evacuata, con una semplice telefonata i cittadini vengono avvertiti che la loro casa nuova è pronta sull’altra riva, e che devono lasciare la loro vecchia casa che sarà sommersa. La maggior parte degli abitanti accetta la proposta, ma una casa nuova non vale quanto una vecchia casa millenaria e per chi accetta c’è da pagare la differenza. Alcuni degli abitanti si sono trasferiti nei centri vicini, come Batman, che si trova a circa 40 km. E la Nuova Hasenkeyf con le sue abitazioni appena costruite, rimane poco più di una città fantasma, dove i suoi pochi abitanti sono costretti a vivere.
Ma ciò che più dispiace agli abitanti è che “non è tanto importante il fatto che perdiamo il lavoro o le nostre occupazioni. Quello che lasciamo sono le nostre radici, lasciamo 10.000 anni di storia!”. Così commentano i pochi abitanti rimasti, seduti ai tavoli del piccolo bar di Süleyman, che si trova nella parte alta di Hasenkyef, dove la strada si trasforma in stretti canyon che si infilano fra le ripide pareti di roccia delle montagne. Il bar è poco fuori l’area circoscritta dal filo spinato che delimita l’area dei lavori in corso. “Come tutti, la notizia l’abbiamo saputa attraverso i social. In seguito abbiamo ricevuto la telefonata da parte dell’amministrazione, che ci proponeva una casa nella Nuova Hasankeyf”.
Hasankeyf Waiting Life: il documentario di ben 11 anni fa
A portare per la prima volta l’attenzione su questo villaggio millenario, destinato alla scomparsa, fu il documentario “Hasankeyf Waiting Life”. Girato nell’estate del 2008 e prodotto da Hagam, racconta di questo piccolo centro dove vivono circa 7000 persone, per la maggior parte di origine curda, che aspettano che la diga, una volta completata, sommerga il loro villaggio sotto 30 metri d’acqua.
L’acqua del Tigri scorre in questa valle fatta di strapiombi di roccia alti 200 metri, da cui si domina tutta la bellezza di una terra che fu l’Eden. Proprio su queste alture, sopra il villaggio, ci sono i resti di una città medioevale scavata interamente nella roccia. E sotto, tutto intorno e perfino sulle rive del fiume, grotte artificiali, testimoniano un numero impressionante di abitanti di epoche passate, sottolineando la millenaria storia di questa terra. Il documentario Hasankeyf Waiting Life entrando nella quotidianità della piccola cittadina, in un conflitto tra storia e modernità, tra interessi nazionali e locali, tra crescita personale e preservazione delle proprie radici.
Niente investimenti sul turismo e la città scomparirà sotto l’acqua
Ad Hasankeyf le attività principali sono l’agricoltura e l’allevamento, e poco si investe sul crescente afflusso di turisti, alcuni abitanti hanno aperto esercizi di ristoro o negozi di artigianato per i turisti, ma non c’è un vero e proprio investimento turistico nella zona. Non abbastanza da convincere a non costruire la diga per la centrale idroelettrica, non abbastanza da fermare il progresso e preservare la storia, non abbastanza da convincere gli abitanti di questa zona povera, a combattere per la storia e le proprie radici, per quanta tristezza possa scendere nei loro cuori.
Una storia che sarà persa, quando le acque del tigri sommergeranno le tracce del passaggio di innumerevoli civiltà. Artukidi, hurriti-mitanni, assiri, urartu, medi, persiani, romani, sasanidi, bizantini, selgiuchidi, ayubbidi e ottomani: queste le mille civiltà che si sono insediate a Hasankeyf e che hanno lasciato le proprie tracce. Una città simbolo di una storia millenaria che si radica nella terra e che sarà sommersa dall’acqua.