La Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) ha pubblicato la prima serie di risultati scientifici raccolti dalla sonda Hayabusa2, sull’asteroide Ryugu, rivelando numerose sorprese sulla piccola roccia spaziale.
Quella di Hayabusa2 è una missione molto importante che ha come scopo finale quello di riportare sulla Terra campioni prelevati sulla superficie di Ryugu, l’asteroide delle favole. Si pensa infatti che l’asteroide contenga quantità relativamente grandi di materia organica e acqua risalenti a circa 4,6 miliardi di anni fa, quando nacque il Sistema Solare. Potrebbe quindi fornirci importantissime informazioni sull’origine del nostro sistema planetario.
La missione Hayabusa2 fu lanciata con successo nel Dicembre del 2014 ed ha compiuto il suo lungo viaggio verso l’asteroide Ryugu, raggiungendolo la scorsa estate. L’atterraggio sul piccolo asteroide è avvenuto con successo alle 23:30 GMT di Giovedì 21 Febbraio 2019. Successivamente Hayabusa2 ha sparato un proiettile al tantalio da 5 g sulla superficie dell’asteroide Ryugu per sollevarne la materia superficiale e raccoglierla nel suo cono, uno strumento chiamato Sampler Horn.
In tutto saranno effettuati tre lanci cercando di raccogliere almeno 10 g di campione ad ogni lancio. Campioni che saranno poi gelosamente custoditi all’interno della sonda, per ritornare sulla Terra nel 2020. Hayabusa2 ci ha anche fornito numerose immagini e una notevole quantità di dati sul piccolo e antico asteroide.
Dai primi dati ottenuti da Hayabusa, sembra che Ryugu sia molto diverso da quanto ci si aspettasse. Piuttosto che una massa di diversi tipi di rocce bagnate, sembra infatti essere un cumulo di macerie, più asciutte del previsto. Sembra quindi che la storia di Ryugu, abbia contemplato un periodo di rapida rotazione e forse sia nato in modo caotico da un corpo genitore. Queste ultime informazioni aiuteranno forse gli scienziati a fare luce sulla formazione di Ryugu.
Hayabusa2 presto effettuerà il prossimo lancio sulla superficie di Ryugu per raccogliere altri campioni. Nel frattempo continua ad inviare sulla Terra numerosi dati ed informazioni, mentre continua ad orbitargli attorno. Per questo scopo si avvale dell’uso di diversi strumenti: uno spettrometro che misura le lunghezze d’onda della radiazione nel vicino infrarosso riflessa dall’asteroide, una telecamera di navigazione ed una ad infrarossi, un dispositivo di misurazione dell’altitudine del laser ed un telescopio.
I dati raccolti da Hayabusa2, sono stati presentati dalla JAXA alla 50° conferenza del Lunar and Planetary Science, in Texas. Oltre ad essere stati pubblicati su tre diversi articoli nella rivista Science. Ciò che ha maggiormente sorpreso i ricercatori è la scarsa presenza di acqua sull’asteroide come ha dichiarato Kohei Kitazato, un professore associato presso l’Università di Aizu al lavoro sullo spettrometro di Hayabusa2.
Dai dati è infatti emerso che Ryugu è molto scuro e assomiglia alle condriti carbonacee che si trovano sul nostro pianeta. Si tratta di meteoriti ricchi di carbonio la cui struttura è però alterata dall’attraversamento dell’atmosfera terrestre. Secondo i risultati l’interno di Ryugu è formato da rocce che hanno dimensioni simili, forse i frammenti staccatesi da un corpo più grande durante un impatto.
Ryugu ha una densità molto bassa, di poco superiore a quella dell’acqua e simile a quella del carbone. Questo suggerisce che si tratti di un ammasso di macerie spaziali porose. Inoltre data la sua forma ed il materiale sparso sulla superficie sembra che in passato Ryugu abbia avuto un momento di rotazione molto veloce.
Dai dati emerge inoltre che il distaccamento del piccolo asteroide dal corpo originario, possa essere avvenuto a causa di un riscaldamento interno. Lo studio di come questo sia avvenuto potrebbe indicare agli scienziati quanto vicino al sole sia avvenuta la nascita di Ryugu e quale sia stata la natura del corpo genitore.
I risultati iniziali di Hayabusa2 su Ryugu potrebbero raccontare agli scienziati come si distribuiscono i minerali dalla fascia degli asteroidi alla Terra. Inoltre aiuteranno anche gli scienziati di Hayabusa2 a scegliere un sito per la prossima raccolta di campioni lungo la cresta equatoriale dell’asteroide.
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