L’11 novembre, SpaceX ha lanciato 60 satelliti Starlink nella bassa atmosfera terrestre, portando le dimensioni della sua costellazione artificiale a 122 unità, diventando una delle più grandi reti satellitari nello spazio. La società prevede di lanciare 12.000 satelliti a banda larga di piccole dimensioni entro la metà del 2020, al fine di fornire dallo spazio una connessione internet ad alta velocità in tutto il mondo, progetto che dovrebbe arrivare a costare circa 10 miliardi di dollari.
Ma gli astronomi sono preoccupati che le migliaia di oggetti luccicanti oscurino il cielo notturno e intralcino le loro osservazioni. “Le costellazioni satellitari possono rappresentare un ostacolo per le infrastrutture astronomiche esistenti e per quelle future“, ha dichiarato l’Unione Astronomica Internazionale lo scorso giugno. L’IAU ha affermato che la luce solare riflessa dai satelliti danneggerà la visuale dei grandi telescopi e interferirà anche con le nuove strutture di radioastronomia.
Musk ha riconosciuto le preoccupazioni degli astronomi e su Twitter ha affermato di chiedere agli ingegneri di ridurre la riflettività dei satelliti per ridurre il loro impatto sulla visuale. Più recentemente, l’American Astronomical Society ha espresso preoccupazione per il numero di satelliti previsti dal progetto, che potrebbero essere in grado di oscurare il cielo notturno e causare collisioni nello spazio, riempiendo l’atmosfera di pericolosi detriti. Gli astronomi hanno peraltro annunciato di aver fatto ricorso alla legge per l’inquinamento luminoso dei satelliti al fine di arginare le conseguenze negative di questo inconveniente.
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