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I vichinghi potrebbero aver diffuso il virus più mortale del mondo

Un team internazionale di scienziati ha scoperto ceppi di vaiolo estinti sui denti degli scheletri dei Vichinghi, dimostrando per la prima volta che questo virus ha colpito l’umanità per almeno 1.400 anni.

[Abbiamo scoperto] nuovi ceppi di vaiolo nei denti degli scheletri dei Vichinghi (…) nella loro struttura genetica sono diversi dal moderno virus del vaiolo sradicato nel 20 ° secolo“, ha dichiarato Eske Willerslev, coautore della nuova ricerca e professore St. John’s College, dell’Università di Cambridge, Regno Unito.

I ceppi di vaiolo ora scoperti sono stati estratti dai denti dei Vichinghi trovati nel nord Europa, affermano gli scienziati nel nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati questa settimana sulla rivista Science. “Sapevamo già che i Vichinghi si stavano muovendo in tutta Europa e ora sappiamo che avevano il vaiolo (…). Le persone che viaggiano per il mondo hanno diffuso rapidamente il Covid-19 ed è probabile che i Vichinghi abbiano diffuso il vaiolo. A quel tempo, viaggiavano in barca anziché in aereo”, ha continuato lo specialista.

 

Una storia molto attuale

Willerslev sottolinea inoltre che le informazioni genetiche di 1.400 anni estratte da questi resti sono estremamente importanti, poiché consentono di conoscere meglio la storia evolutiva del virus che ha causato il vaiolo.

Il vaiolo, una malattia causata da un virus considerato il più letale al mondo, si diffonde da persona a persona attraverso goccioline, uccidendo un terzo dei pazienti infetti e lasciando un altro terzo con sequele permanenti o cecità.

Circa 300 milioni di persone sono morte a causa di questa malattia infettiva nel 20  secolo, prima che venisse sradicata nel 1980 dopo uno sforzo di vaccinazione globale, che la rese la prima malattia umana ad essere eliminata. Il vaiolo fu sradicato in gran parte dell’Europa e degli Stati Uniti nei primi anni del 1900, ma rimase endemico in Africa, Asia e Sud America.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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