Identificati 5 sottotipi di Alzheimer: aperte nuove vie per trattamenti personalizzati

Date:

Share post:

Una svolta epocale nel campo della ricerca sulla malattia di Alzheimer è stata raggiunta con l’identificazione di cinque distinti sottotipi biologici di questa condizione debilitante. Lo studio, recentemente pubblicato su Nature Aging, ha analizzato il liquido cerebrospinale di 606 individui, utilizzando avanzate tecniche di proteomica della spettrometria di massa.

I risultati della ricerca delineano cinque varianti di Alzheimer, ognuna caratterizzata da specifiche alterazioni biologiche:

1. Sottotipo Iperplasticità: Mostra una risposta di crescita cellulare eccessivamente attiva, con accumulo di proteine amiloide e tau.

2. Attivazione immunitaria innata: Il sistema immunitario attacca in modo eccessivo il tessuto cerebrale sano.

3. Disfunzione dell’RNA: Comporta cambiamenti nel trasporto delle proteine lungo gli assoni, fondamentali per la funzionalità delle cellule nervose.

4. Disfunzione del plesso coroideo: Colpisce il sistema ventricolare del cervello, influenzando la produzione di liquido cerebrospinale e il trasferimento di nutrienti al cervello.

5. Compromissione della barriera ematoencefalica: Indebolisce la barriera di protezione del cervello, permettendo l’infiltrazione di molecole dannose, caratterizzate dalla crescita lenta delle cellule nervose e dalla bassa produzione di amiloide.

La rilevante implicazione di questa scoperta è la possibilità di sviluppare trattamenti più efficaci e personalizzati per ciascuna delle varianti. Precedenti farmaci considerati inefficaci potrebbero aver fallito a causa della mancanza di adattamento ai sottotipi specifici.

Ulteriori approfondimenti indicano che i sottotipi differiscono nei profili di rischio genetico, negli esiti clinici, nei tempi di sopravvivenza e nei modelli di atrofia cerebrale, evidenziati dalle scansioni MRI di un sottogruppo di partecipanti. Queste differenze pongono l’accento sulla necessità di trattamenti mirati e indicano una nuova prospettiva nella comprensione della malattia di Alzheimer.

Questa scoperta promettente potrebbe rivoluzionare il panorama della ricerca e del trattamento, aprendo la strada a diagnosi più precise e terapie più efficaci, oltre a allontanarsi dalla visione tradizionale dell’Alzheimer come una singola entità verso una comprensione più sfumata che potrebbe portare alla cura di questa malattia debilitante.

Immagine di Freepik

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

Related articles

I migliori prodotti hi-tech a prezzi super su Amazon

Chi ha detto che non si può risparmiare quando si acquistare prodotti tecnologici di alto livello? Grazie ad...

Long Covid: l’infiammazione cerebrale e i bassi livelli di cortisolo influenzano i sintomi

La sindrome da Long Covid, è una condizione post-virale caratterizzata da sintomi persistenti che continuano per settimane o...

Il Mistero delle Statue Romane Senza Testa: Storia, Arte e Manipolazioni

Il mondo dell'arte antica è pieno di misteri, e uno dei più intriganti riguarda le numerose statue romane...

Fart Walk: i benefici della peto-passeggiata per corpo e mente

La fart walk, conosciuta anche come peto-passeggiata, è una forma di esercizio che sta guadagnando popolarità per i...