Il Monte Merapi non sembra conoscere quiete in questo 2020. Dopo le diversi eruzioni avvenute nei mesi scorsi, dopo una piccola paura, ecco che è ritornato ad eruttare. Non a caso è considerato uno del vulcani più attivi al mondo. Un paio di eruzioni di cui, la più potente ha dato vita a una colonna di fumo alta sei chilometri.
Entrambi gli eventi, secondo gli esperti geologi del paese, sono durati sette minuti. Le autorità si sono mosse subito per evacuare la cosiddetta zona vietata che sarebbe un’area con raggio tre chilometri intorno al vulcano.
Nonostante questo, il livello d’allarme è rimasto lo stesso, sintomo che le eruzioni non sono state più potenti di quelle avvenute in precedenza e che non hanno portato a niente di grave. L’unico avvertimento lanciato vale per gli aerei commerciali visto che le nubi di polvere possono diventare un problema per le turbine e i motori.
Dieci di anni di distanza dall’ultima grande eruzione del Monte Merapi
Era il 2010 quando il monte in questione eruttò con potenza tanto da uccidere 300 persone e costringere all’evacuazione circa 280.000 residenti. La più distruttiva che si ricorda è quella del 1930 quando l’evento causò la perdita della vita a 1.300 persone. Si ripete nel 1944, ma con appena 60 vittime.
Sebbene l’eruzione potrebbe essere vista come un alto segno di questo disastroso 2020, in realtà gli abitanti dell’Indonesia ci sono abituati. Vivono in mezzo al Anello di fuoco, una linea immaginari costellata da una moltitudine di vulcani attivi, alcuni tra i più attivi del mondo e anche tra i più pericolosi.