Chiunque si sia accinto alla lettura del titolo si è, giustamente, posto la domanda: «Come mai gli iPhone 6 e gli iPhone 6S dovrebbero essere boicottati?». La risposta c’è, ma potrebbe non essere così semplice come ci si crede. Ma andiamo con ordine.
Tutto parte dalla Cina dove, negli ultimi mesi, i rapporti con Apple sembrano divenuti un vero e proprio scontro. La vicenda si alterna sul fronte cinese-americano e tutto nasce dalle contestazioni e dai dibattiti in merito alle presidenziali USA che hanno visto la vittoria di Trump, il quale non ha fatto riserbo delle invettive lanciate contro la società di Cupertino e delle altre società americane che, in luogo di una loro espansione, hanno giustamente spopolato altrove (in questo caso in Cina) abbattendo così i costi di produzione. In tale contesto, Donald Trump ha proposto il boicottaggio ed un incremento della tassazione sui loro prodotti.
A seguito di ciò, il governo cinese ha espresso forti critiche, manifestatisi all’interno di numerosi articoli delle testate locali, nei confronti delle dichiarazioni giunte dal neo-Presidente e dalla concreta possibilità di una rottura dei rapporti internazionali tra due nazioni che, sino ad oggi, non avevano mai affrontato simili problemi.
A rimetterci è la software house di Cupertino, ora intrappolata nel fuoco incrociato di due nazioni che non intendono mollare la presa. Non una semplice diceria ma la pura realtà, visto e considerato che il governo cinese ha annunciato giorni fa l’intenzione di contrastare ogni tentativo repressivo di Trump. iPhone 6 ed iPhone 6S sono le vittime sacrificali dei rapporti commerciali tra le due nazioni. Perché?
Pare che, secondo gli ultimi rilevamenti, sia stato disposto un blocco alle funzioni del dispositivo. A portare alla nostra attenzione il problema è la China Consumer Association (CCA), ovvero sia il Garante cinese dei consumatori che lamenta l’impossibilità di utilizzare detti device anche con percentuali di carica superiori al 50-60%. Pare che, secondo opinione comune, il governo americano abbia imposto in Cina il blocco dei dispositivi senza apparente tacita motivazione. Non è possibile nemmeno operare un riavvio o utilizzare in alcun modo i terminali neanche collegandoli all’alimentazione esterna.
Ciò che realmente salta all’occhio del consumatore più attento, e di certo degli organi di garanzia cinesi, è la tempistica. Le lamentele, nemmeno a dirsi, si sono moltiplicate a dismisura nel corso di queste concitate ore che hanno visto l’apertura di una serie di indagini volte ad avvalorare ogni sospetto in merito ad una mossa sleale perpetrata dal nuovo Presidente USA.
Comunque sia, allo stato attuale non è stato possibile stabilire a priori la natura del malfunzionamento e le intenzionalità della manovra da parte del Governo Americano sotto le direttive di Trump. Seguiremo da vicino gli ulteriori sviluppi della vicenda, sebbene iPhone 6 e gli ultimi device Apple non siano di certo i primi a cadere nel fuoco incrociato di una disputa internazionale tra i due Paesi. Come si svilupperà la faccenda? Ve lo sapremo dire a tempo debito. Seguiteci per ulteriori approfondimenti.
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