Aenaria celebra i suoi dieci anni di scavi nella baia di Cartaromana ad Ischia Ponte, tra fascino, storia romana, mistero, scoperte e tanta operosità. Il sito archeologico sommerso, ha dato luce, grazie ai ritrovamenti della banchina del porto di Aenaria e di ville marittime, a risultati scientifici inaspettati.
Un progetto che ruota intorno alla riemersione di quell’insediamento romano che vicende geologiche hanno fatto sprofondare e che oggi va ricordato. Ai resti di una villa marittima nel cuore del trafficato porto di Ischia si aggiungono due nuovi e intriganti tasselli alla conoscenza dell’isola dei Romani, l’antica Aenaria.
Isola Aenaria, il porto sommerso tra le acque di Ischia
A rendere note al pubblico queste scoperte è stata Teresa Elena Cinquantaquattro responsabile della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Ciò rende la bellissima isola verde, tanto amata dagli antichi greci, apprezzata dai Romani, che secondo leggende avevano sempre preferito la vicina Capri.
Alessandra Benini, archeologa subacquea, ha trovato frammenti di ossatura e di tavolato del fasciame di un’imbarcazione, non lontano dalla “cassaforma” lignea già scoperta in questi anni. Si trattava di una struttura di un porto sommerso e abbandonato forse a causa di una catastrofe naturale.
Del resto, il vulcanismo ha causato, nel corso dei secoli, un lento sprofondamento dell’isola, circa 6 metri della linea di costa. Se il boom edilizio non consente la reale conoscenza della presenza di insediamenti e ville residenziali a terra, lo sprofondamento ha conservato quanto si trovava lungo l’antica riva.
La storia nella storia
Più sorprendente la scoperta nelle acque del porto di Ischia, davanti al cosiddetto Tondo di Marco Aurelio; in un’isoletta, oggi nascosta dal via-vai degli aliscafi a 5 metri di profondità, ecco comparire resti di murature di età tardo-repubblicana. Una villa marittima, spiega Benini, è stata abitata anche in epoca romana. “Abbiamo rinvenuto ambienti con pareti in opera reticolata ancora in parte intonacati, resti di pavimenti in marmo bianco, cocciopesto, soglie e altre strutture di delimitazione degli ambienti”
“Ora progettiamo un parco archeologico sommerso e, intanto, siamo pronti per esporre parte dei reperti recuperati nella baia di Cartaromana all’interno della Torre di Guevara“, annuncia Maria Luisa Tardugno, responsabile di zona per la Soprintendenza. “Il futuro di Ischia è anche e soprattutto nella valorizzazione del patrimonio culturale, che non ci smette mai di stupire“, dice il sindaco Enzo Ferrandino. Passato e futuro non sono mai stati così vicini.