Dopo la celebrazione della storica impresa della comunità scientifica, che è riuscita ad ottenere la prima immagine di un buco nero, si è scatenata sul web la parte più meschina dell’utenza, che anche attraverso alcune vignette ironiche ha cercato di “screditare” l’impresa, resa possibile dalla ricercatrice Katie Bouman. Il lavoro della Bouman è infatti stato essenziale per ottenere l’importantissimo “scatto“.
Bouman, che ha operato con l’Event Horizon Telescope, è infatti assistente-professore nel dipartimento di Calcolo e Scienze matematiche al Caltech ed è stata una degli oltre 200 scienziati che hanno partecipato al progetto, supervisionato da Shep Doeleman, astronomo presso l’Harvard-Smithsonian Center per l’astrofisica.
La feroce ironia del web
Una foto che essa stessa ha pubblicato su Facebook, in cui sorride con ansia mentre il suo laptop mostra l’immagine per la prima volta, è stata pubblicata sul sito web del New York Times e condivisa sui social media, il che ha contribuito a renderla il simbolo del lavoro dell’intero team di ricerca.
I membri di Reddit e di altri social network hanno per tutta risposta iniziato a fare della pesante ironia sulla vicenda. In un post su Reddit, un utente ha sostenuto che Andrew Chael, dottorando in fisica ad Harvard che ha lavorato anche col team dell’Event Horizon Telescope, avrebbe meritato più visibilità rispetto alla Bouman dal momento che, secondo il puntiglioso internauta, aveva contribuito con più linee di codice per Ethim, un’applicazione utilizzata per elaborare l’immagine del buco nero.
La difesa dei colleghi di Katie Bouman
Il putiferio scatenato sui social media a causa di moltissimi commenti del genere ha raggiunto anche Chael, che pochi giorno dopo si è sentito in dovere di affrontare la situazione e difendere la collega: “sono giunti attacchi terribili e sessisti contro la mia collega e amica Katie Bouman, sono davvero esterrefatto“.
In una serie di post su Twitter, Chael ha inoltre affermato che sono state costituite tre librerie software separate per la creazione dell’immagine del buco nero e che anche se non nega di aver scritto la maggior parte del codice, sottolinea a più riprese come tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il contributo e gli input di Katie Bouman.
L’astronomo si dice soddisfatto, ma con delle riserve
Chael si è poi pubblicamente congratulato con Katie per il riconoscimento ricevuto e ha espresso soddisfazione per come essa stia ispirando le persone, in qualità di esempio per tutte le donne che lavorano nelle discipline scientifiche. Ha infine espresso apprezzamento per i gli sforzi dei suoi colleghi, molti dei quali donne.
“Ogni giorno, lavorando insieme andiamo sempre a migliorarci l’un l’altro; il numero di stringhe di codice non rappresenta certo tutto il lavoro l’impegno che ognuno ha profuso nel progetto, rendendosi indispensabile a modo suo“, ha detto Chael, sottolineando con un filo di ironia che non ha scritto 850.000 righe di codice, bensì “solo” 68.000.
“Quindi, mentre apprezzo i complimenti per un risultato ottenuto, per cui ho lavorato duramente per anni, ma non posso essere altrettanto orgoglioso delle lusinghe nei miei confronti mosse solo per far dispetto a Katie. Chi si rende responsabile di commenti del genere dovrebbe riconsiderare le proprie priorità“, ha detto. E conclude: “Trovo tutto ciò quanto mai ironico, essendo un astronomo dichiaratamente omosessuale“.