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La pigrizia è una scelta o dipende da un fattore genetico?

“Il campo della pigrizia è pieno di ortiche”, cita un celebre proverbio popolare. Tutti noi sappiamo che una regolare attività fisica è indispensabile per uno stile di vita sano. Eppure, la maggior parte degli adulti americani trascorre numerose ore seduti, il che comporta una varietà di problemi di salute come obesità, problemi circolatori e addirittura il cancro.

Finalmente, un ricercatore del Missuri ha identificato un gene specifico nei ratti, correlato alla pigrizia, che potrebbe potenzialmente svolgere un ruolo nel comportamento sedentario nell’uomo. “Ricerche precedenti ci hanno mostrato che i geni svolgono un ruolo nella pigrizia”, ha dichiarato Frank Booth, professore al MU College of Veternary Medicine.

“Poiché essere pigri porta a malattie croniche, volevo identificare i geni coinvolti e ne abbiamo scoperto uno. Il gene Alpha inibitore della protein-chinasi”. Nel 2009, Booth prese 80 topi maschi e li allevò con 80 topi femmine. Nell’ultimo decennio, Booth ha selezionato selettivamente tra loro i topi molto attivi e i topi “pigri” per determinare se c’è una differenza nella loro composizione genetica. Booth ha scoperto che il gene Alpha inibitore della protein chinasi era significativamente meno presente nei ratti “pigri”.

 

 

Bisogna considerare la pigrizia un problema sociale

“Ciò che rende difficile la terapia genica è che la maggior parte delle malattie croniche non sono causate da un solo gene”, ha detto Booth. “Ad esempio, ci sono più di 150 variazioni genetiche coinvolte nel  diabete di tipo 2. Tuttavia, questo studio sta aprendo la strada alla ricerca futura per identificare altri geni che potrebbero essere coinvolti nella mancanza di attività fisica nell’uomo.

Secondo i dati del Governo americano, i costi associati alla pigrizia  ammontano a 138 miliardi di dollari,  e rappresentano oltre l’11% delle spese sanitarie totali. Oltre ai vantaggi finanziari di una società più fisicamente attiva, Booth afferma “Una migliore comprensione dei fattori genetici, potrebbero aiutare i funzionari della Sanità pubblica a considerare la pigrizia come un problema cruciale per la società”.

“L’inattività fisica contribuisce a oltre 40 malattie croniche”, ha detto Booth. “Invece di concentrarsi sui modi per curare le malattie croniche dopo che si sono già sviluppate, comprendere i fattori che contribuiscono a determinarle potrebbe aiutare a prevenire il verificarsi di tali malattie”.

 

Paola Tammaro

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