Per decenni, gli scienziati sono stati affascinati dall’idea di un albero che sembra “camminare” nelle foreste tropicali dell’America centrale e meridionale. La “palma ambulante”, scientificamente nota come Socratea exorrhiza, ha catturato l’immaginazione grazie alle sue radici simili a paletti, che sembrano spingersi avanti alla ricerca della luce solare.
L’originaria proposta di questa incredibile capacità di movimento risale al 1980, quando gli antropologi John H. Bodley e Foley C. Benson pubblicarono un articolo su Biotropica dopo aver osservato queste palme in Perù. Tuttavia, nuovi studi hanno sollevato dubbi sulla narrativa del “cammino” di quest’albero.
Uno studio del 2005 condotto dall’ecologo tropicale Gerardo Avalos ha dimostrato che, nonostante la Socratea exorrhiza possa sviluppare nuove radici rapidamente per garantirsi stabilità, non si sposta significativamente dal suo luogo di germinazione. Anche uno studio del 2007 sulla Revista de Biologia Tropical ha supportato queste conclusioni.
In un’intervista del 2009, Avalos ha affermato che, nonostante l’idea sia affascinante, l’albero che cammina è solo una leggenda. Resta, però, una domanda senza risposta: se l’albero non cammina, perché sviluppa radici così lunghe?
Teorie precedenti suggerivano che le radici si fossero evolute per fronteggiare le inondazioni, ma nuove ricerche indicano che questi “pali” servono a migliorare l’altezza e la stabilità dell’albero nelle fitte foreste, permettendogli di raggiungere la luce senza dover crescere un tronco più spesso.
Così, mentre l’idea dell’albero che cammina potrebbe essere solo un mito, la Socratea exorrhiza continua a mantenere il suo fascino misterioso, posizionandosi quasi come un essere magico nelle fitte foreste tropicali, evocando atmosfere della Terra di Mezzo descritte nelle opere del Signore degli Anelli.
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