Se si parla di gusto la prima cosa che viene in mente, legata proprio al senso del gusto ovviamente, sono le papille gustative presenti sulla lingua. Soltanto queste strutture non sono sufficienti a farci distinguere un sapore dall’altro, ma serve anche il nostro cervello, come con tutti gli altri sensi. La parte adibita a questo del nostro cervello è nota, ma non con precisione e a colmare questa lacuna ci ha pensato un nuovo studio.
Apparentemente il responsabile è la corteccia insulare, un’area già nota per essere responsabile del controllo motorio e dell’empatia sociale. Usando delle particolari tecniche sono analizzati i pattern dell’attività cerebrale hanno individuato dei particolari nella corteccia sopracitata. Durante i test che hanno condotto a questa scoperta sono anche stati riscontrati diverse anomalie che hanno sottolineato come certe attivazioni di aree cerebrali differiscono da individuo ad individuo.
In precedenza si è sempre pensato che le papille gustative avessero un ruolo preponderante per quanto riguarda il gusto, ma questo nuovo studio ha invece indicato come è il cervello che occupa un ruolo maggiore. Prima di questo, un altro studio sui topi era riuscito nell’inibire la capacità di distinguere il dolce tra l’amaro nei topi ad indicare che la distinzione avviene in tale organo e non sulla lingua.
Ecco una dichiarazione di Adam Anderson, un membro del team dello studio condotto su 20 individui adulti della Cornell University di New York: “Sappiamo che i sapori attivano il cervello umano per un po ‘di tempo, ma non dove si distinguono i tipi di gusto primario come dolce, acido, salato e amaro. La corteccia insulare rappresenta le esperienze dall’interno dei nostri corpi. Quindi il gusto è un po ‘come percepire il nostro corpo, che è molto diverso da altri sensi esterni come la vista, il tatto, l’udito o l’odore.“
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