i Ransomware rappresentano una tipologia di malware relativamente giovane ma estremamente letale, in quanto rientrano in quella categoria che presuppone un vero e proprio mercato di business da realizzarsi mediante la criptazione dei dati, il cui sblocco richiede necessariamente il pagamento di una somma di denaro da riversarsi presso un conto estero tramite Bitcoin o altro sistema. In questo contesto, Locky ransomware non fa eccezione.
La nuova variante, portata all’attenzione del pubblico dalla società di indagine ESET, ha messo in allarme Pubbliche Amministrazioni, aziende e privati, i quali devono fronteggiare una costante nuova minaccia ai dati ed alla privacy, senza nessuna garanzia per la protezione dati e la loro diffusione su circuiti terzi anche a seguito del pagamento del riscatto digitale.
L’infezione avviene ad opera del malware Danger.ScriptAttachment che punta a minare la sicurezza creando l’ambiente ideale per la vulnerabilità di device e relativi dati personali. La diffusione, neanche a dirsi, avviene per mezzo di link di dubbia provenienza che puntano, in primo luogo, alla detenzione di credenziali di accesso a servizi di home banking ed affini.
Unitamente alla pretesa di ottenere i presenti dati, dai link si opera la diffusione di una serie di malware varianti del ransomware Locky, il quale crittografa i dati personali al fine di ottenere il pagamento di una somma di denaro importante.
In Italia la situazione vede un tasso di incidenza del 33.5% (praticamente un utente su tre), mentre in Europa la situazione non migliora, portandosi su un tasso di infezione di 53 utenti su 100. Come al solito, ed anche dietro consiglio della società ESET, è bene prestare la massima attenzione nell’aprire link contraffatti o eseguire macro di dubbia provenienza all’apparenza innocue. Stesso discorso, inoltre, vale anche per i collegamenti esterni ai siti nei social network, ora più che mai bersagliati dai malintenzionati di turno.
Sei caduto vittima di qualche tipo di ransomware? Descrivici pure la tua esperienza.
LEGGI ANCHE: Mamba, il nuovo ransomware che cripta l’intero disco fisso