Il Covid-19, una malattia causata dal virus SARS-CoV-2, ha continuato a suscitare interesse e preoccupazione a livello globale. Mentre molti pazienti si riprendono in modo relativamente rapido dalla malattia, alcuni sviluppano una serie di sintomi prolungati noti come “Long Covid“. Recentemente, scienziati britannici hanno effettuato una scoperta significativa che collega le proteine coinvolte nella coagulazione del sangue al fenomeno del Long Covid. Livelli elevati di due diverse proteine erano più comuni nelle persone che avevano sviluppato sintomi Covid prolungati che colpivano il cervello. Entrambi sono segni distintivi di coaguli di sangue nel corpo, la probabile causa dei sintomi riportati.
Questa scoperta rafforza l’ipotesi emersa al culmine della pandemia secondo cui il Covid lascia alcuni pazienti con minuscoli coaguli nei polmoni e potenzialmente nel cervello, portando a un’ampia gamma di problemi di memoria a lungo termine, concentrazione e pensiero. Inoltre potrebbe indicare che chi soffre di confusione mentale e stanchezza post-virus potrebbe essere trattato con anticoagulanti.
Long Covid, trovato un legame con le proteine coinvolte nei coaguli del sangue
Le proteine coinvolte nella coagulazione del sangue, in particolare il fibrinogeno e il D-dimero, sono state al centro dell’attenzione dei ricercatori. Il fibrinogeno è una proteina che svolge un ruolo chiave nella formazione dei coaguli di sangue, mentre il D-dimero è un prodotto della rottura dei coaguli di sangue. I livelli elevati di queste proteine sono stati osservati in pazienti con Covid-19. Gli scienziati hanno scoperto che i livelli di fibrinogeno e D-dimero erano significativamente più alti in questi pazienti rispetto a quelli che avevano recuperato rapidamente dalla malattia. Questa scoperta ha suggerito un possibile legame tra la persistenza di livelli elevati di queste proteine e i sintomi a lungo termine del Covid-19.
Ciò potrebbe aiutare i medici a identificare meglio i pazienti a rischio di sviluppare sintomi prolungati e adottare strategie di trattamento mirate. Inoltre, potrebbe aprirsi la strada a nuove terapie che mirano a regolare i livelli di fibrinogeno e D-dimero per migliorare la salute a lungo termine dei sopravvissuti alla malattia. Nonostante questa scoperta promettente, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il collegamento tra le proteine coinvolte nella coagulazione del sangue e Long Covid. Gli studi futuri dovrebbero esaminare in dettaglio i meccanismi sottostanti e valutare l’efficacia di eventuali terapie mirate.
Ciò che delude ancora è che ci sono ancora molti pazienti che soffrono e che non si sono completamente ripresi e non sappiamo quanto tempo ci vorrà perché si riprendano o se avranno bisogno di cure. Ora ci troviamo in una situazione in cui il Covid è in competizione con tutte le altre esigenze del sistema sanitario, il che significa che c’è il rischio che i pazienti con Covid da lungo tempo non ricevano l’attenzione necessaria perché questa è una condizione che non sta ancora scomparendo. La maggior parte dei pazienti ritiene di avere sempre meno supporto e un accesso trascurabile a qualsiasi opzione di trattamento.
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay