Minecraft: come il gioco sta aiutando i bambini con autismo a socializzare

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Il popolare gioco di costruzione Minecraft si sta espandendo sempre di più fino ad aprire le porte a dei bambini davvero particolari, ma con una patologia: l’autismo. Stuart Duncan attraverso un suo blog ha raccontato di alcune sue esperienze con le persone autistiche e come allevare suo figlio affetto di questa patologia. Da qui sempre più genitori hanno condiviso le loro esperienze e hanno suggerito che i loro figli amavano Minecraft.

Tuttavia nonostante l’amore di questo gioco, molti bambini venivano derisi e hanno ricevuto atti di bullismo da parte di altri giocatori. Proprio per questo motivo e per bloccare questi atti di bullismo, Duncan uno sviluppatore web, ha creato un server per eseguire una versione di Minecraft esclusivamente per i bambini con autismo e per le loro famiglie. Pensava che il server non avesse una grande richiesta, invece con sua grande sorpresa centinaia di persone hanno richiesto di unirsi.

 

Minecraft, una versione del gioco è in grado di aiutare i bambini autistici a socializzare

Ad oggi, quasi tre anni dopo, la community vanta quasi 700 membri con i genitori che trovano un’enorme vantaggio per i propri figli e per se stessi. Il server ha attirato l’attenzione di Kate Ringland presso l’Università della California, Irvine. Ha trascorso 60 ore all’interno di questo mondo virtuale, osservando come i bambini giocano e chattano tra loro. Ringland vede Autcraft non solo come un’altra comunità online, ma come uno strumento che aiuta i bambini autistici a praticare le abilità sociali. In Minecraft, manipoliamo blocchi di materiali come legno e pietra per costruire ciò che ci piace, dalle minuziose ricostruzioni di città ai semplici computer. Questo è un ottimo modo per questi bambini di giocare a un gioco che amano, ma anche di vivere un’esperienza sociale.

Questo gioco sta dando loro la possibilità di un modo alternativo di esprimersi senza lo stress e le restrizioni della vita reale. Le situazioni sociali quotidiane possono essere difficili per i bambini autistici, che possono avere difficoltà a cogliere i segnali sociali o a comprendere il punto di vista di un’altra persona. Duncan pensa che Minecraft tolga le pressioni tipiche del mondo reale. Non c’è ambiente rumoroso o sconosciuto che ci distragga, nessuna pressione per tenere traccia delle espressioni facciali dell’altra persona o preoccuparsi del contatto visivo.

 

Un mondo dove essere se stessi

Per entrare a far parte di Autcraft, cosi il nome della versione del gioco, bisogna compilare una domanda. Una volta approvato, siamo liberi di vagare per il paesaggio e costruire le nostre strutture. Possiamo anche prendere parte a giochi di gruppo, come enormi battaglie contro “withers”, una specie di criminale spettrale, o costruire cose come una squadra. Ma dobbiamo rispettare alcune regole. Molestare altri giocatori o distruggere le loro proprietà può farci bandire. Un server spin-off per adolescenti è leggermente più permissivo. Gli esperti hanno visto le persone costruire amicizie e divertirsi insieme. Gli esperti hanno anche visto i bambini esprimere i loro sentimenti: gioia per i bei momenti nel gioco e ansia o tristezza per i problemi nel mondo reale.

Entrare a far parte di una comunità come Autcraft potrebbe essere un buon primo passo per sentirsi meno socialmente ansiosi e più coinvolti. Tuttavia non dovrebbe essere l’unico sbocco per l’apprendimento di queste abilitàMinecraft non sta necessariamente insegnando le abilità sociali di cui hanno bisogno per navigare nel mondo reale. Eppure, dove funziona, questa versione di Minecraft, mostra quanto può essere potente creare ambienti sociali centrati su un interesse comune. Per la prima volta si pensa agli interessi di questi bambini autistici invece di trasformare o deviare i loro interessi.

Foto di allinonemovie da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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