Secondo una nuova ricerca condotta dall’Università delle Hawaii Manoa, le barriere coralline in tutto il pianeta potrebbero essere morte tra poco più di 80 anni, uccise da una combinazione di acque sempre più calde e di acidificazione degli oceani. “Entro il 2100, le barriere coralline di tutto il mondo potrebbero diventare solo un ricordo“, ha dichiarato Renee Setter, biogeografo dell’università.
Nella ricerca presentata ad una conferenza scientifica sulla situazione attuale degli oceani, tenutasi questa settimana, Setter ha esaminato luoghi in tutto il mondo dove il corallo potrebbe essere in grado di sopravvivere ai progressivi mutamente delle acque dell’oceano. Entro il 2100, ha scoperto, non rimarranno quasi più spazi abitabili e in effetti, ha aggiunto, fino al 90% delle barriere coralline sarà con ogni probabilità morto in soli 20 anni.
Per salvare le barriere coralline diventa sempre più determinante contrastare l’incedere dei cambiamenti climatici
Nonostante questa notizia possa smuovere le coscienze di molti, spingendo le persone ad adoperarsi per salvare il salvabile, purtroppo ciò potrebbe non essere sufficiente a salvaguardare le barriere coralline, come sottolinea la stessa dottoressa Setter. “Cercare di ripulire le spiagge è certamente qualcosa di estremamente importante, così come lo è cercare di combattere l’inquinamento delle acque“.
“È di fondamentale importanza continuare ad infondere tutti i nostri sforzi in questa dura battaglia“, ha dichiarato Setter in un comunicato. “Purtroppo però, questo potrebbe essere insufficiente per proteggere questi ecosistemi. La priorità resta quella di combattere i cambiamenti climatici in ogni sede ed è tutto ciò di cui abbiamo bisogno al fine di proteggere i coralli ed evitare che ulteriori fattori di stress possano compromettere irrimediabilmente questi affascinanti ambienti“.