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Non è una novità che gli allevamenti, soprattutto i bovini, sono i responsabili di un’enorme fetta in fatto di cambiamento climatico. Ignorando tutti i problemi allo sfruttamento idrico e del terreno, il problema maggiore è la produzione di metano. Le mucche, a causa dei processi digestivi, ne producono tanto, ma c’è una soluzione in grado di mitigare il problema. Si parla di aggiungere all’alimentazione l’alga rossa, ma c’è un altro problema.
Usare Asparagopsis aiuta effettivamente a ridurre tali emissioni tanto che la richiesta è salita molto in alcune parti del mondo. Per andare incontro a questo ostacolo, alcuni ricercatori hanno puntato alla creazione di un’alternativa sintetica con le stesse proprietà. Il successo è legato all’uso del bromoformio che è il principio attivo dietro alle alghe che è quello che presenta la capacità di far ridurre la produzione di metano alle mucche.
In un circolo vizioso però, c’è un altro problema legato a queste alghe. Il bromoformio in sé non è la cura di tutti mali e se aiuta da un lato, può fare danni dall’altra. Questo elemento è dannoso per lo strato di ozono. Un aspetto allarmante e non ignorabile, ma secondo alcuni esperti, l’uso nell’alimentazione bovina non è un pericolo per due motivi principali. Da un lato non viene usato abbastanza principio attivo per danneggiare l’atmosfera e dall’altro l’elemento in questione viene dissolto quasi del tutto all’interno dei processi digestivi delle mucche.
Le parole degli esperti: “L’acquacoltura su larga scala di Asparagopsis e la sua applicazione nelle strategie di mitigazione del metano per i ruminanti a livelli di inclusione effettivi minimi o vicini, potrebbero non avere un impatto negativo sulla salute degli animali, sulla qualità del cibo e sull’esaurimento dell’ozono.”
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