Se in gran parte del mondo trionfa la blockchain-mania, la Cina sembra fare passi da gigante in una direzione diversa. Come da sempre ci ha abituati, il gigante asiatico non resta a guardare. Con l’introduzione della prima valuta digitale nazionale, dunque, rende noto il suo arrivo anche in questo settore. E, certamente, lancia il guanto di sfida al ben più noto Bitcoin.
Il New York Times ha pubblicato il 1° marzo i dettagli il rilascio dello Yuan digitale, attualmente in fase di sperimentazione in alcune metropoli in tutta la Cina, tra cui Pechino e Shanghai.
A differenza delle criptovalute digitali che sono alimentate da un sistema di registro distribuito decentralizzato, lo Yuan digitale è emesso e sostenuto dall’autorità della Banca popolare cinese. Per il medio investitore, ciò significa che la digitalizzazione dello Yuan fornirà pagamenti più veloci e convenienti tramite un codice QR collegato al conto bancario dell’utente. Per il governo cinese probabilmente significa una supervisione più stretta delle transazioni finanziarie e maggiori opportunità di raccogliere dati personali sui propri cittadini.
Sappiamo che per il Bitcoin come per tutte le altre criptovalute, esistono online diverse piattaforme per investire da piccole somme a grandi investimenti. Ne citiamo una, Bitcoin Code, ma la lista sarebbe lunghissima.
Ancora in fase di sperimentazione
Non è un caso che, tra tutti i Paesi, la Cina sia stata la prima a mettere in scena un simile esperimento. Osservando con più attenzione, infatti, non è difficile immaginare che per il Paese del Sol Levante la valuta digitale possa unire diverse esigenze. Soprattutto in virtù del fatto che il suo è un governo famoso nel gestire un’economia pianificata e che ama sorvegliare tutti gli aspetti dei suoi cittadini.
Ad ogni buon conto, questo aiuterebbe anche i consumatori cinesi ad abituarsi ad effettuare pagamenti digitali con app come Wechat Pay e Alipay, che dominano gran parte dell’ecosistema dei pagamenti. Gli sviluppi in Cina offrono un banco di prova per una tendenza che potrebbe presto svilupparsi nel resto del mondo.
Sappiamo che, negli ultimi 12 mesi, più di 60 Paesi hanno sperimentato le valute digitali nazionali. Tra questi, la Svezia, che sta conducendo prove di una corona digitale, e le Bahamas, dove si è messo a disposizione di tutti i cittadini una valuta digitale. Al contrario, gli Stati Uniti si sono mossi lentamente e hanno svolto solo ricerche di base. Nel corso dell’estate 2020, la Federal Bank di Boston ha annunciato una collaborazione con la MIT Digital Currency Initiative per esplorare i potenziali benefici e le insidie di un dollaro digitale.
Mentre il governo cinese non ha reso noto se e quando introdurrà ufficialmente l’eCNY a livello nazionale, diversi funzionari hanno menzionato di averlo pronto per i turisti in visita per le Olimpiadi del 2022 a Pechino. Cosa accadrà, quindi, quando si affiancherà al Bitcoin o ad Ethereum desta molta, ma molta curiosità.