Apple ed i suoi iPhone ritornano al centro della scena mondiale della sicurezza dopo le recenti vicende che l’hanno vista impegnata nella disputa avuta con l’FBI a proposti del’iPhone 5C del mandante della strage di San Bernardino.
Il Procuratore Distrettuale della Contea di New York, Cyrus Vance, ha perciò rinnovato una richiesta di legislazione federale che richiede ad Apple Security Division lo sblocco di iOS ed un ritorno pre-2014, quando ancora la crittografia non era stata ancora introdotta a pieno regime nei prodotti software applicativi ed al livello hardware.
In un recente rapporto pubblicato questo Giovedì in occasione del lancio della nuova cyberlab di Manhattan, Vance ha ribadito che ci sono più di 400 iPhone bloccati nella contea del Distretto di New York e che, dal loro unlock, si potrebbe risalire a crimini gravi, ma solo con il tacito consenso di Apple che, comunque, non tende fornire una backdoor alle forze dell’ordine.
Il Procuratore ha riferito che il rilascio di sistemi che consentano l’intromissione delle forze dell’Ordine a scopo di indagine non garantisce un analogo comportamento anche nel rami dell’utenza. A partire da iOS 8, rilasciato da Apple Corp. nel lontano Settembre del 2014, infatti, si è disposto un nuovo metodo di cifratura che impedisce l’accesso ai dati utente memorizzati, a meno di essere detentori della password di accesso.
Una situazione che ha portato al feroce accanimento degli organi Federali Statunitensi dell’FBI che, in conseguenza a ciò, hanno alzato il campanello di allarme, posto ora sotto la vigilanza di Apple iOS 10.
La società di Cupertino ha più volte soprasseduto sugli ordini impartiti dai tribunali ed anzi si è detta disposta a creare un sistema total-blinding che consentisse si aggirare ogni qualsivoglia tipo di attacco brute-force da parte di utenti terzi ed associazioni governative.
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L’Ufficio governativo di Vance riferisce del fatto che il 10% degli iPhone bloccati riporta indizi importanti su casi di omicidio irrisolti e, nove volte su cento, di crimini a sfondo sessuale. Una spinta alla manovra intrapresa dal Procuratore Distrettuale potrebbe essere verosimilmente data da Donal Trump, che già in questi giorni ha sollevato questioni in merito al boicottaggio degli Apple iPhone 6 in territorio cinese.
Il volume delle prove digitali a disposizione del distretto in merito al numero di device accoglie uno spazio di oltre 7km quadrati e volge la propria attenzione ad un gran numero di casi irrisolti nei confronti di residenti ed istituzioni.
L’intenzione di New York è quella, quindi, di attrezzare un centro nevralgico di prevenzione e contenimento dei fenomeni di criminalità informatica e furto di identità che, nell’ultimo periodo, hanno fatto registrare un dato preoccupante, insieme a tutti i casi irrisolti sopra citati. Cederà Apple alla morsa della giustizia e del nuovo governo Trump? Non resta altro da fare che scoprirlo.
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