L’obesità nella mezza età riduce le aspettative di vita

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Nel Regno Unito è stata condotta una ricerca su un ampio campione di pazienti obesi, principalmente nella mezza età (ovvero la fascia di età tra i 40 ed i 60 anni), dimostrando che il 50% di essi è maggiormente a rischio di una morte prematura a causa dell’obesità, rispetto alle persone normopeso.

Secondo la ricerca, la maggiore probabilità di morire è dovuta al maggior rischio di alcune patologie correlate con l’obesità. Nei pazienti obesi in questa fascia di età si ha infatti il rischio quattro volte maggiore di problemi cardiaci, 12 volte il rischio di diabete di tipo 2 e ben 22 volte il rischio di apnea notturna.

 

Uno studio, condotto su un campione molto ampio, mostra il maggiore rischio di morte prematura correlato con l’obesità

Lo studio è stato condotto su un campione molto vasto di pazienti che hanno registrato in anonimato i propri dati clinici durante il Congresso Europeo sull’Obesità, tenutosi a Glasgow. Sono inoltre stati analizzati i dati del National Health System (NHS), arrivando ad una campione di analisi di 2,8 milioni di persone. Dall’analisi di questo enorme campione di dati, i ricercatori hanno scoperto che anche nei casi di obesità meno gravi (con un indice di massa corporea tra 30 e 35), si aveva un maggior rischio di sviluppare una delle patologie sopraelencate, correlate con l’obesità. Mentre nelle persone più gravemente obese, il rischio di morire prematuramente a causa di queste patologie, sale al 50%, rispetto a persone normopeso.

A condurre questo studio la società Novo Nordisk, una casa farmaceutica danese produttrice di insulina per diabetici. Lo studio non è tuttavia in grado di mostrare una rapporto di causa ed effetto, in quanto non presenta le caratteristiche proprie di una ricerca scientifica, ma dimostra tuttavia una relazione tra i due aspetti, anche se non ne stabilisce comunque il tipo.

 

L’obesità ed il suo grande impatto sulla salute pubblica mondiale

Secondo Nick Finer, professore onorario dell‘University College di Londra, che ha preso parte allo studio, le condizioni legate all’obesità sono un fenomeno molto elevato ed hanno un grande impatto sulla salute media delle persone. Per Finer “le persone dovrebbero conoscere il loro indice di massa corporea. Coloro che sono in sovrappeso od obesi, dovrebbero chiedere ai loro medici di valutare se hanno già sviluppato alcune di queste malattie”.

Nell’analisi dei dati del NHS, i ricercatori hanno osservato l’andamento della salute di persone di cinque categorie di peso nell’arco degli ultimi 10 anni. In particolare hanno ricercato nei dati ciò che riguardava 12 patologie specifiche, inclusa la morte.

Dal campione è emerso che le condizioni di salute peggiori si sono riscontrate in persone che soffrivano già di altre patologie come ipertensione, asma, artrosi, dislipidemia e diabete di tipo 2; e tutte queste patologie sono state maggiormente riscontrate nei gruppi con obesità più alta. L’obesità ha dunque accentuato e peggiorato la salute dei pazienti.

L’aumento dei rischi di sviluppare queste malattie è stato trovato, anche se con percentuali diverse, in tutti i livelli di obesità, sia nei casi meno gravi, che in quelli con indici di massa corporea (BMI) più alti.

Il problema dell’obesità è molto serio e molto diffuso nella nostra società e bisogna ricordarci che si tratta di una condizione patologica che può essere molto grave. Christiane Lundegaard, della Novo Nordisk, autrice dello studio, ha affermato: “il numero di persone che convivono con l’obesità è quasi triplicato in tutto il mondo negli ultimi 30 anni (105 milioni di persone nel 1975 a 650 milioni nel 2016), le nostre scoperte hanno gravi implicazioni per la salute pubblica. Il BMI rappresenta un importante fattore di rischio modificabile per migliorare il rischio di una vasta gamma di seri problemi di salute nella popolazione”.

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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