Recensione Olija: un naufrago, una principessa e un arpione leggendario

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Devolver Digital, publisher rinomato che ha tra le sue fila titoli come Hotline Miami, Fall Guys e GRIS, ha recentemente pubblicato un nuovo titolo nella sua scuderia: Olija. Sviluppato da un piccolo team nipponico, Skeleton Crew Studio, il gioco è approdato su Switch, PS4, Xbox One e PC/Steam (la versione da noi giocata). Con un mix tra esplorazione, avventura e azione, Olija va a fondere il fantasy orientale con le leggende marinaresche per una trama avvincente e ricca di colpi di scena.

Il titolo di Skeleton Crew Studio dipinge un mondo in balia del mare, devastato dalle tempeste e popolato da creature oscure e pericoli di ogni sorta. In queste terre desolate, chiamate Terraphage, viene catapultato Faraday e la sua piccola ciurma a causa di una forte tempesta. Il naufrago imparerà ben presto a difendersi dai pericoli di queste terre e si imbatterà in un’arma leggendaria trasformandolo in un eroe. Detentore dell’arpione leggendario, Faraday dovrà imbarcarsi per un lungo viaggio al fine di salvare i suoi compagni e trovare un modo per tornare nella sua madrepatria.

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Esplorazione e decadenza tra le acque di Terraphage

Dopo una piccola introduzione che servirà a far la conoscenza di un mondo selvaggio e molto poco ospitale, Faraday oramai senza imbarcazione e con i suoi compagni dispersi, verrà trasportato da un anziano barcaiolo verso Oaktide, un piccolo avamposto di marinai che farà da base operativa per le nostre avventure. Costruito da naufraghi con resti di relitti trasportati dal mare, l’avamposto è inizialmente fatiscente e poco popolato, ma sarà nostro obiettivo dargli lustro recuperando oro e salvando i nostri compagni dispersi ed altri bizzarri personaggi che ci aiuteranno nel corso del gioco. Tra questi citiamo l’alchimista ad che aumenterà la nostra energia vitale o il cappellaio che fornirà preziosi copricapi magici che doneranno abilità secondare a Faraday.

Da qui il nostro amico barcaiolo ci trasporterà lungo tutta la nostra avventura tra le acque di Terraphage attraverso territori pericolosi, selvaggi e decaduti. I ragazzi di Skeleton Crew Studio hanno dipinto degli scenari davvero unici che regalano una forte sensazione di scoperta ad ogni passo. Intricate foreste, oscure caverne, isole perdute e città decadute; ogni livello che esploreremo sarà permeato da fascino e decadenza allo stesso tempo, come rovine di antichi templi, relitti di navi e vecchi archivi polverosi. Qui si possono delineare anche tratti orientali soprattutto nei paesaggi esterni, come spiagge idilliache e ciliegi in fiore, ma anche da alcune strutture tipicamente asiatiche, una caratteristica probabilmente derivata dalle origini del team di sviluppo.

 

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Un ambiente dunque davvero onirico, ma anche storico se vogliamo che prende spunto dalle leggende del mare e dalle fiabe orientali, un mondo dipinto con l’uso sapiente della pixel art che riporta immediatamente al periodo dei primi computer da gioco tra gli anni ’80 e ’90. Come non citare ad esempio Another World o il primissimo Prince of Persia di cui ritroviamo molto in Olija dal punto di vista puramente artistico. Il gioco presenta anche brevissime sequenze animate che aggiungono quel pizzico di narrazione in più alla storia permeate da una forte sensazione di ritorno al passato. Una narrazione minimale raccontata con poche battute, tuttavia i personaggi fantasiosi di Olija riescono a dar quel fascino in più alla trama e al mondo che li circondano. Non possiamo non citare tra questi la principessa Olija e il suo amore impossibile con Faraday o il barcaiolo, traghettatore, guerriero e amico fidato. Persino il cattivo di turno avrà una sua sfaccettatura e non sarà solo un boss finale gigante da sconfiggere.

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Interessante infine anche l’uso della profondità in alcuni scenari con creature in agguato nell’oscurità o altri elementi proprio di fronte allo schermo dando a volte una certa sensazione di orrore e mistero. Durante il gioco capiterà anche di assistere a delle inversioni di visuale, quindi in aree più vaste vi sarà un allontanamento dello schermo rimpicciolendo il tutto mentre in zone più chiuse avremo uno zoom ravvicinato delineando un certo senso di claustrofobia (come negli stretti cunicoli all’interno delle caverne per farvi un esempio). Questo gioco di visuali ci ha sorpreso e abbiamo molto apprezzato la volontà da parte del team di sviluppo di dare in qualche modo un’impronta di innovazione nonostante un comparto grafico che cita in maniera profonda un’epoca ormai lontana.

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Scontri brutali tra le tenebre

Abbiamo voluto soffermarci di più sul mondo dipinto dagli sviluppatori per dare un’idea più incisiva e per trasportarvi in quello che è l’atmosfera che si respira in Olija. Quindi ora è giunto finalmente il momento di scoprire il gameplay, il cuore dietro il titolo di Devolver Digital, e di vedere più da vicino gli orrori che affronteremo durante questa avventura e le meccaniche dietro la struttura di gioco. Una struttura molto profonda in realtà, con un ottimo level design, enigmi, sessioni platform, tanti oggetti e risorse da raccogliere e un battle system frenetico. Come forse avrete capito il tutto ruota attorno all’arpione di Faraday, arma leggendaria dotata di grandi poteri.

Le tenebre sono sempre in agguato tra le acque di Terraphage e Faraday dovrà utilizzare al massimo il suo arpione per difendersi dalle creature che dimorano queste terre. Spadaccini, arcieri o orribili mostri dentati sono alcuni dei nemici presente in Olija. L’arpione se lanciato ci permetterà di teletrasportarci da un punto ad un altro e potrà agganciarsi ad alcuni elementi mostri compresi. Questo porta ad un sistema di combattimento molto frenetico, facile da apprendere, ma difficile da padroneggiare. Velocità, abilità e tempo di reazione sono fondamentali in Olija. Ma gli sviluppatori hanno voluto dar maggior spessore ai combattimenti rendendoli brutali con smembramenti e persino schizzi di sangue sullo schermo durante le combo più devastanti.

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Non mancheranno ovviamente armi secondarie a rendere il tutto più appagante: una balestra a ripetizione, un fucile da moschettiere, uno stocco e uno spadone magico. Tutte potranno essere combinate con gli attacchi con l’arpione dando una certa libertà nel combattimento a seconda dell’approccio del giocatore. Piombare dal nulla contro un nemico, colpirlo a ripetizione con lo stocco e finirlo con un colpo di fucile è estremamente galvanizzante e soddisfacente. Ma nulla vieta di colpire a distanza con la balestra e finire il nemico con un colpo di arpione ben assestato.

Un sistema di combattimento che esalta, diverte e gratifica, ancor di più durante le battaglie contro i boss. Questi oltre ad essere molto cattivi dandoci del filo da torcere saranno anche molto caratteristici e diversi tra loro. Il boss finale è senz’altro quello più grosso e difficile anche se in realtà è quello con il pattern di attacco più facile da memorizzare. Interessantissima anche la battaglia “amichevole” contro un misterioso guerriero che emula in parte le nostre mosse per una battaglia davvero esaltante e memorabile.

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Un marinaio e il suo fidato amico arpione

Le aree di gioco brulicheranno di creature rivoltanti generate dall’oscurità, alcune dovranno essere eliminate, ma altre potranno essere usate per oltrepassare determinate aree di gioco. La meccanica del teletraporto ha permesso infatti agli sviluppatori di realizzare sessioni platorm davvero uniche. Alcuni mostri ci faranno ad esempio da appiglio per sorvolare lo schema e superare pericolosi spuntoni, altri ci faranno da piattaforme o trampolini per raggiungere aree altrimenti inarrivabili. In alcune stanze capiterà anche di trovare trappole nascoste che potranno essere innescate lanciando l’arpione.

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Spesso sarà necessario dover risolvere alcuni enigmi ambientali per progredire nella storia e anche qui l’arpione farà la differenza. Alcune porte potranno essere sbloccate unicamente dalla lancia, oppure potremo caricarla elettricamente per attivare dei dispositivi. Più in là nella storia sbloccheremo anche uno spadone magico che darà vita ad ulteriori enigmi dando al giocatore sempre qualcosa di nuovo. L’esplorazione e l’uso dell’arpione saranno fondamentali anche per scovare aree segrete che ripagheranno il giocatore con forzieri ricolmi di ricchezze. Trovare oro e risorse utili saranno necessarie per craftare frecce o munizioni per le nostre armi, ma anche per sbloccare i copricapo magici nell’avamposto di Oaktide.

Già citati all’inizio della nostra recensione, questi doneranno abilità uniche che si attiveranno combattendo. Il nostro arpione potrà quindi assorbire energia vitale dai nemici, secernere acido dalla sua lama, diventare affilata come un rasoio o rendere gli attacchi e i movimenti più rapidi. Esplorare dunque diventa fondamentale non solo per chi ama i collezionabili o per ricostruire la nostra base operativa, ma anche per rendere la nostra arma ancor più temibile, inoltre alcune abilità dei cappelli in determinate circostanze saranno estremamente decisive per la vita e la morte del giocatore.

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Considerazioni finali

Olija è stata una vera scoperta dall’inizio alla fine. La cura riposta in ogni più piccolo dettaglio sorprende per una produzione indipendente destinata purtroppo ad un mercato di nicchia. E questo è un vero peccato poiché Olija nonostante sia un titolo di piccolo calibro merita più di tanti giochi con budget più elevati. Il comparto artistico seppur all’apparenza minimale con un ispirazione che riporta ad un’epoca ormai lontana è curato davvero in ogni aspetto, gioca sulla profondità e sul cambio di visuale e dipinge un mondo che spinge il giocatore ad esplorarlo in ogni anfratto gratificandolo ad ogni scoperta. Una continua ricerca per salvare i propri compagni e trovare una via d’uscita in un mondo fatiscente e poco ospitale. Un’avventura narrata con poche battute e brevi sequenze animate, ma in grado di emozionare il giocatore introducendo colpi di scena e personaggi ben caratterizzati, tra tutti l’importante principessa Olija e il suo amore impossibile con Faraday. Un mondo quello di Olija che rimarrà senz’altro nella memoria dei giocatori che vorranno addentrarcisi, pieno di amore, poesia, storia, leggende e tratti orientali. Un titolo che offre un sistema di combattimento unico e soddisfacente e boss battle galvanizzanti. Un gameplay che ruota tutto intorno all’arpione del protagonista e che offre anche enigmi ambientali e sessioni platform davvero interessanti. Buona anche la colonna sonora affascinante e malinconica con brani che vanno dal lo-fi alla musica tradizionale giapponese.

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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