Parkinson: una nuova analisi per diagnosticare i sintomi cognitivi

Date:

Share post:

Un nuovo studio potrebbe aver sviluppato un modo per migliorare la diagnosi della disabilità cognitiva nei pazienti con morbo di Parkinson. Si tratterebbe di un semplice test che richiede solo pochi minuti con un elettrodo applicato sulla testa e che sarebbe in grado di diagnosticare eventuali disabilità cognitive legate alla malattia.

Questa scoperta, frutto di una ricerca di un team di scienziati dell’Università dell’Iowa, potrebbe aiutare a migliorare la diagnosi di disabilità cognitiva nel morbo di Parkinson e sviluppare nuovi biomarcatori e terapie mirate per i sintomi cognitivi di questa malattia.

Come afferma infatti Nandakumar Narayanan, MD, PhD e professore associato di neurologia presso l’UI Carver College of Medicine, nonché autore principale del nuovo studio: “il declino cognitivo, inclusa la demenza, è un sintomo significativo e sottovalutato della malattia di Parkinson. Circa il 30% dei pazienti può avere sintomi cognitivi all’inizio della malattia e fino all’80% avrà problemi cognitivi a un certo punto della malattia. Inoltre, sebbene disponiamo di alcuni trattamenti efficaci per i sintomi motori del morbo di Parkinson, comprese le terapie mediche e la stimolazione cerebrale profonda, abbiamo pochissimi trattamenti per gli aspetti cognitivi del morbo di Parkinson“.

 

Un nuovo utilizzo di un comune test diagnostico

Lo studio si basa su delle registrazioni cerebrali eseguite con una tecnologia in realtà piuttosto datata e molto diffusa, ovvero un semplice elettroencefalogramma (EEG). Tramite EEG sono state misurate le onde cerebrali a bassa frequenza, le onde delta e theta, nella regione frontale del cervello dei partecipanti allo studio.

Il team di ricerca ha infatti scoperto che un calo nella forza di queste specifiche onde cerebrali, quando a un paziente è richiesto di impegnarsi nel pensiero, è fortemente legata alla disfunzione cognitiva nel morbo di Parkinson. I risultati suggeriscono che l’EEG, che è anche poco costoso e non invasivo, potrebbe essere utile per diagnosticare il deterioramento cognitivo nei pazienti con morbo di Parkinson.

Come racconta infatti Narayanan, che è anche un neurologo dell’UI Health Care e membro dell’Iowa Neuroscience Institute, i test attualmente disponibili per diagnosticare eventuali disabilità cognitive legate a questa malattia, sono molto lunghi e non possono essere “utilizzati ripetutamente nel tempo per lo stesso paziente”. L’EEG può invece essere eseguito continuamente e “fornisce una descrizione ricca di funzionalità dello stato cognitivo di un paziente“.

Le misurazioni EEG potrebbero anche essere utili per monitorare e mettere a punto gli effetti collaterali cognitivi dei farmaci e della simulazione cerebrale usati per trattare il morbo di Parkinson e potrebbe persino aiutare a determinare se i trattamenti per la malattia sono efficaci nel migliorare la funzione cognitiva.

 

L’EEG nella diagnosi di disabilità cognitive dovute al morbo di Parkinson

Lo studio è stato condotto analizzando i dati di 100 pazienti con Parkinson attraverso l’intero spettro della funzione cognitiva da sano a demenza e 49 partecipanti di controllo demograficamente simili. L’analisi dei dati raccolti ha mostrato l’importanza del segnale cerebrale misurato dall’elettrodo EEG.

Tutti i partecipanti hanno completato tre diversi compiti che sono comunemente usati per valutare il controllo cognitivo mentre la forza delle onde cerebrali delta e theta a bassa frequenza dalla loro corteccia frontale veniva misurata tramite un singolo elettrodo per EEG. Dai risultati è emerso che la diminuzione della funzione cognitiva era correlata alla diminuzione della forza delle onde cerebrali a bassa frequenza.

Il prossimo obiettivo per il team del dottor Narayanan, sarà quello di studiare i meccanismi alla base del collegamento tra la riduzione delle onde cerebrali delta e theta e il peggioramento delle funzioni cognitive nel morbo di Parkinson e approfondire come la tecnologia EEG potrebbe essere utilizzata per migliorare la diagnosi o persino il trattamento della disfunzione cognitiva nei pazienti con Parkinson.

Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Fonte:  Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

Related articles

TikTok fa un passo indietro: tolta l’app che pagava gli utenti

Nell'ultimo periodo si è ampiamente discusso di TikTok, realtà che non sta vivendo un grande periodo negli Stati Uniti,...

Il ruolo della vista e dell’olfatto nello stimolare l’attività del fegato

Il piacere di gustare un pasto delizioso coinvolge molti sensi, tra cui la vista e l'olfatto. Ma non...

La scoperta accidentale trasforma il sughero in una spugna di petrolio ecologica

Una scoperta fortuita da parte di un team di ricercatori internazionali potrebbe rivoluzionare la bonifica delle fuoriuscite di...

Sclerosi Sistemica: l’urgente bisogno dei farmaci salvavita

La sclerosi sistemica, una malattia autoimmune cronica rara, rappresenta una sfida significativa per i pazienti e gli operatori...