Foto di jacqueline macou da Pixabay
Chi non si è mai chiesto perché le dita delle mani e dei piedi si raggrinziscono dopo un bagno o una lunga doccia? Quello che sembrava un semplice effetto dell’acqua sulla pelle nasconde in realtà una sofisticata risposta biologica, e – notizia ancora più sorprendente – non è affatto casuale.
Tutto è iniziato con la domanda di un bambino:
“Le rughe sulle dita sono sempre uguali o cambiano ogni volta?”
Questa curiosità innocente ha spinto il professor Guy German, esperto in biomedicina alla Binghamton University, a condurre nuovi esperimenti. Il risultato? Pubblicato nel Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials, rivela che le rughe da immersione sono simili a un’impronta digitale: ognuno ha le sue, e tendono a formarsi sempre nello stesso modo.
Secondo German, il processo ha una funzione evolutiva precisa. Quando le mani o i piedi restano immersi in acqua per qualche minuto, accade questo:
Questa reazione biologica aumenta la presa e migliora l’aderenza, utile per afferrare oggetti bagnati o camminare su superfici scivolose. Non è quindi un effetto collaterale, ma una vera strategia adattativa.
Nel test, tre volontari hanno immerso le mani per 30 minuti in acqua. Le punte delle dita sono state poi fotografate in alta definizione. L’operazione è stata ripetuta dopo 24 ore e poi di nuovo il giorno seguente. Risultato?
Le “mappe di rughe” erano praticamente identiche ogni volta, con una morfologia costante in ciascun individuo.
Questo indica che le rughe seguono schemi ben definiti, legati alla posizione dei vasi sanguigni – che sono strutture molto stabili nel tempo.
Questa scoperta apre nuove prospettive in ambito forense e tecnologico, per esempio:
Ma c’è un’importante eccezione:
Le persone con lesioni al nervo mediano non sviluppano queste rughe.
Un dato che potrebbe rivelarsi utile anche in ambito neurologico.
Vuoi provare? Immergi le mani in acqua per 20-30 minuti, poi fotografa la punta di un dito. Rifallo il giorno dopo e confronta le immagini. Potresti scoprire che anche tu hai una “firma” acquatica personale.
Ciò che sembrava un piccolo effetto passeggero si rivela invece una risposta intelligente del nostro corpo, modellata da millenni di evoluzione. E tutto questo è nato dalla domanda di un bambino, a conferma che la curiosità è spesso la scintilla di ogni scoperta.
Foto di jacqueline macou da Pixabay
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