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Perché parliamo ai cani come fossero bambini? Ce lo spiega questo studio

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Perché parliamo ai cani utilizzando quella “vocetta” dolce, quasi una cantilena, proprio come se fossero dei bambini? Non nascondiamoci, lo abbiamo fatto praticamente tutti. Sebbene molti considerino davvero i propri animali domestici come figli, ci sono altri aspetti da considerare come sottolinea un recente studio.

I ricercatori dimostrano come parlare in questo modo consenta di ottenere maggiore attenzione da parte dei nostri amici a quattro zampe. Il rapporto tra uomini e cani va avanti da secoli, abbiamo cacciato insieme, abbiamo vissuto insieme e ci siamo evoluti insieme nel corso della storia. E, insieme, abbiamo anche sviluppato un modo per comunicare.

La vocina che usiamo quando parliamo ai cani ha uno scopo

Forse non sapete che la “vocina” che facciamo quando ci troviamo un bel cagnolino ha pure un nome, si chiama PDS, acronimo di pet-directed speech e ricorda molto l’IDS, quella che utilizziamo con i bambini. Entrambi i codici prevedono una dizione lenta, con tonalità alte, ripetizione di parole e sonorità molto più dolci rispetto a quelle che usiamo con altri adulti.

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Questi due modi di comunicare, benché non prevedano una risposta vera e propria, hanno dei propositi. Nel caso dei bambini, parlare in questo modo li aiuta nello sviluppare il linguaggio, inoltre stabilisce un legame tra loro e l’adulto di riferimento. Parlare in così ai bambini e anche utile per ottenere la loro attenzione, un po’ come avviene con i cani.

I ricercatori della Université Paris Nanterre hanno pubblicato su Nature i risultati del lavoro lavoro, che dimostra come i cani prestino maggiore attenzione alle persone che parlano con loro utilizzando il PDS invece della normale voce “adulta”. “Cani e neonati non hanno una lingua verbale – scrive Sarah Jeannin, autrice dello studio – la nostra intonazione vocale svolge un ruolo centrale nella nostra comunicazione verso di loro”.

La Professoressa Jeannin e i suoi colleghi hanno monitorato le reazioni dei cani di fronte a varie modalità comunicative. Gli animali in questione hanno dimostrato maggior attenzione nei confronti di chi usa la “vocina” rispetto a quella dimostrata al cospetto di un tono normale.L’esperimento è stato condotto su un piccolo campione ma il dato ottenuto era quello che la staff si aspettava.

Secondo i ricercatori, abbiamo sviluppato questo linguaggio con i nostri animali perché i nostri antenati avevano compreso l’importanza di uno stretto rapporto con i cani.

Fonte: seeker.com

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