Mentre la maggior parte dei vertebrati è daltonica in penombra, alcuni pesci abissali hanno sviluppato una visione acuta dei colori per vivere nella quasi totale oscurità. Gli scienziati ritengono che questo tipo di adattamento genetico sia unico.
I pesci abissali si trovano ad una profondità di 1.500 metri sotto la superficie, dove la luce fatica ad arrivare. Ma nonostante l’oscurità, gli scienziati hanno analizzato 101 specie di pesci. Grazie allo studio hanno scoperto che tre di queste vantano un sistema visivo specializzato per consentire la visione dei colori.
L’adattamento genetico
Per queste specie di pesci, avere una vista acuta può essere essenziale per la sopravvivenza nel più grande habitat del pianeta. La biologa evoluzionista Zuzana Musilova, della Charles University di Praga, ha affermato: “I loro occhi sono certamente molto più sensibili, quindi crediamo che la loro visione nelle profondità possa essere molto buona“.
Gli scienziati credono che l’adattamento dipenda da una mutazione delle cellule staminali. Esse infatti contengono un solo tipo di fotopigmento, detto rodopsina. Questa è una proteina si trova principalmente nei fotorecettori della retina che permettono la vista in bianco e nero.
I ricercatori hanno trovato 13 sottospecie, provenienti dalle tre individuate preceddentemente, che hanno avuto una proliferazione di geni che controllano la rodopsina. Ciò ha permesso ai pesci di usare i fotorecettori per rilevare i colori. In particolare una specie, la spinosa d’argento, aveva 38 copie del gene della rodopsina.
Solitamente i vertebrati utilizzano due tipi di fotorecettori nella retina per poter vedere: i coni e i bastoncelli. I primi vengono utilizzati in condizione di luce intensa, i secondi in penombra. Musilova ha affermato: “Molto probabilmente questi pesci sono in grado di vedere i colori esclusivamente utilizzando i bastoncelli, il che è unico tra i vertebrati“.