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Una mega-piramide in Giappone potrebbe diventare l’abitazione del futuro

Avete mai immaginato di vivere in una piramide? Probabilmente non dev’essere molto comodo con le pareti in pietra e la mancanza di comfort e ventilazione. Ma se la piramide si trasformasse in una mega-struttura moderna come in Blade Runner? Sembra pura fantascienza, ma sappiate che il progetto è reale e appartiene alla compagnia Shimizu.

da un’idea degli architetti Dante Bini e David Dimitric, l’opera architettonica è stata annunciata per la prima volta nel 2004. La megalopoli di Shimizu è una piramide proposta per essere costruita sulla baia di Tokyo in Giappone. La vastità della struttura con le sue dimensioni farebbe impallidire persino la grande piramide di Giza. Si tratterebbe del più grande oggetto artificiale al mondo in grado di contenere circa un milione di persone, andando a giovare alla sovrappopolazione della capitale nipponica.

Pensate che la piramide è così grande che non può essere costruita con materiali standard per via del loro peso. La futura struttura sarà infatti realizzata con un’innovativa tecnologia a nanotubo di carbonio resistente e leggera. Questi materiali renderebbero la mega-piramide capace di resistere a terremoti e tsunami.

Come sarà strutturata internamente la piramide di Tokyo?

L’edificio si porrebbe come una sorta di città al chiuso, con 240.000 unità abitative, sufficienti per il numero prestabilito di persone. Una vasta area di spazio sarebbe assegnata a uffici e strutture commerciali, il che fornirebbe lavoro alla popolazione della comunità. La residenza e le imprese sarebbero alimentate da tecnologie di energia rinnovabile tra cui: energia fotovoltaica, energia eolica e persino alghe.

Il complesso, alto 2 chilometri e poggiante su 36 pilastri, dovrebbe essere composto da una ventina di grattacieli di 30 piani praticamente sospesi in aria, all’interno della piramide. Qui le persone potranno spostarsi attraverso passaggi pedonali accelerati, ascensori inclinati e un sistema di transito rapido tramite pod automatici.

Il futuristico progetto al momento non è realizzabile, questo per via di materiali che ancora non sono stati inventati. Ma nessuna grande idea in passato sembrava realizzabile quando è stata progettata per la prima volta. La realizzazione della lampadina ha subito un migliaio di guasti prima del suo successo. Tuttavia, quell’unico successo ha contribuito a cambiare il mondo così come lo conosciamo.

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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