E’ stato appena scoperto un pianeta delle dimensioni della Terra in orbita attorno alla stella a noi più vicina, zona abitabile stando a quanto fanno sapere gli scienziati che utilizzano il telescopio ESO (European Southern Observatory) ubicato a La Silla, in Cile. Il suo nome è Proxima b.
L’esopianeta dista abbastanza dalla propria stella per consentire la presenza di acqua allo stato liquido sulla sua superficie. Paul Hertz si è congratulato a nome della NASA sottolinenando l’importanza di questo studio.. Ma perché questa scoperta è tanto importante? Scopriamolo insieme.
Proxima b dista appena quattro anni luce
Questo “nuovo” pianeta rotea intorno a Proxima Centauri, la più piccola di un gruppo di tre stelle note con il nome di Alpha Centauri, appena quattro anni luce di distanza. Proxima è la stella più vicina alla Terra.
“E’ una scoperta che cambia le regole del gioco – come sottolinea Olivier Guyon della NASA – la stella più vicina a noi potrebbe avere un pianeta roccioso nella zona abitabile. E’ una questione importante che dimostra quanto siano vicini molti pianeti e quanti altri ancora non sono stati scoperti.
Il team scientifico che ha compiuto la scoperta, sotto la guida di Guillem Anglada-Escudé della Queen Mary University di Londra, pubblicherà il risultato del proprio lavoro il prossimo 25 agosto sulla rivista Nature. Il “nuovo” pianeta, battezzato Proxima b ha una massa pari a circa 1.3 volte quella terrestre. La sua orbita intorno alla stella è più ravvicinata rispetto a quella di mercurio, un anno di Proxima b equivale ad appena 11 giorni sul nostro pianeta.
Il grande annuncio è ricco di dati interessanti, il più sorprendente riguarda l’ubicazione del pianeta nella “zona abitabile”, da sottolineare anche il fatto che orbiti intorno a una nana rossa, una stella ben più piccola e meno rovente del nostro sole. Proxima b mostra sempre la solita faccia alla sua stella, un po’ come fa la Luna con la Terra, dunque niente rotazione giorno/notte.
Ma questo basta a ritenere il pianeta davvero “abitabile”, ovviamente no, come sottolinea il Professor Scott Gaudi della Ohio State University: “Questo pianeta è stato bombardato da un grande quantitativo di radiazioni, non sappiamo se abbia un campo magnetico abbastanza forte da evitare che l’intera atmosfera sia spazzata via. Sono calcoli complessi – prosegue – e io non scommetterei su nessuna delle due opzioni”.
Fonte: nasa.gov