Dopo il ritiro dal mercato del Samsung Galaxy Note 7 a causa della batteria che causava un surriscaldamento nel terminale che portava la stessa a esplodere o prendere fuoco causando non pochi disagi. Le celle energetiche agli ioni di litio sono oggigiorno presenti pressoché ovunque, dai laptop ai congegni per le linee aeree, tuttavia casi come questi ci dimostrano come siamo ancora lontani dallo sfruttamento del pieno potenziale delle batterie. Ecco quindi cinque quesiti che stanno infuriando in rete e a cui i colleghi di Gmanetwork hanno cercato di rispondere.
Come funzionano queste batterie e perchè prendono fuoco?
Una batteria agli ioni di litio è come una batteria ricaricabile ma con materiali differenti, uno che contiene gli ioni positivi (catodo) e uno quelli negativi (anodo). Questi si muovono in una direzione quando si caricano e nell’altra durante lo scaricamento. Questi due “canali” (o conduttori) non dovrebbero mai entrare in contatto, motivo per cui i creatori di batterie li tengono separati. Sfortunatamente le reazioni chimiche che permettono a queste di funzionare generano calore che, se non dissipato correttamente, può portare alle fiamme.
Qual è il problema delle batterie di Samsung?
Non è ancora chiara la dinamica dietro questi incidenti, ma Samsung ha cercato di dare una spiegazione: “un raro errore nel processo manifatturiero” ha fatto in modo che gli anodi e i catodi si toccassero. “I creatori di smartphone tendono sempre più a fare batterie più capienti e piccole allo stesso tempo, tuttavia questo comporta una generazione di calore molto elevata che ne aumenta il rischio. Ridurlo è molto difficile, quindi bisogna saper scendere a dei compromessi” – ha detto Hideki Yasuda, un analista dell’Ace Research Institute a Tokyo.
Era mai successo prima?
Certamente. Le “batterie incendiarie” non sono un segreto, e alcuni modelli di laptop Vaio di Sony ne sono stati colpiti qualche anno fa, e anche bici elettriche e perfino un jet Boeing Dreamliner. Nel caso di Samsung il pericolo entrava in gioco durante la fase di ricarica e solamente dopo aver prodotto danni in un hotel in Australia e aver dato fuoco ad una Jeep che il colosso sud coreano ha deciso di ritirare il device.
Quanto è grave il problema?
A dirla tutta nemmeno tanto. Milioni di batterie agli ioni di litio vengono prodotte ogni anno e la percentuale di errori in questi casi è davvero irrisoria. Dall’inizio di Settembre, Samsung ha ricevuto oltre 35 segnalazioni di incidenti dovuti alla batteria del Galaxy Note 7. “Non è facile sapere se il problema di Samsung affliggerà altri prodotti… a questo punto se le sue scorte di batterie hanno subito lo stesso trattamento bisognerà aspettarsi dei problemi in altri prodotti” – ha continuato in questo modo lo stesso Yasuda.
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Cosa questo comporterà per Samsung e tutti gli utilizzatori di queste celle energetiche?
Sicuramente un danno di immagine non indifferente che danneggerà i profitti di Samsung favorendo la concorrenza di Apple e degli altri competitor cinesi. Questo inoltre metterà pressione affinché venga eseguito un controllo più attento e capillare nel processo produttivo.
“Vogliamo ancora batterie sicure ma al tempo stesso efficienti. Maggiori sono le performance più alta è la densità in uno spazio ristretto e perciò va riposta una maggiore attenzione nella sicurezza” – ha infine detto Guy Marlai, un esperto di sicurezza francese.