Succede a tutti di sentire il telefono scaldarsi successivamente ad un utilizzo prolungato o semplicemente all’esecuzione di operazioni piuttosto pesanti. Si tratta di un fenomeno normalissimo ed inevitabile, ma che può diventare fastidioso se non addirittura pericoloso.
L’aumento eccessivo della temperatura di uno smartphone può renderne difficoltoso l’utilizzo e può portare al danneggiamento permanente delle componenti interne. Ne è la prova il Qualcomm Snapdragon 810, processore octa-core dalla grande potenza di calcolo, che però ha è stato la causa di non pochi problemi di gestione delle temperature da parte delle aziende che lo hanno adottato.
Lo smartphone scalda troppo? I rimedi
Uno dei modi più semplici per ridurre la temperatura del processore, è quello di limitarne la potenza. Si chiama thermal throttling ed è uno stato in cui il processore diminuisce la sua potenza di calcolo per poter mantenere una temperatura accettabile. È facile dedurre che se il processore scalda eccessivamente, il nostro smartphone sarà più lento e meno reattivo.
Un interessante test mette a confronto il thermal throttling di Apple iPhone 6S con chip A9, HTC One m9 con Snapdragon 810, Samsung Galaxy S6 Edge con Exynos 7420, LG G4 con Snapdragon 808 e ZTE Axon con Snapdragon 810. Su ciascun dispositivo sono stati eseguiti i benchmark di Geekbench 3 per una durata di 10 minuiti e ne sono stati confrontati i risultati. Il test è stato eseguito dapprima con gli smartphone inseriti in un ambiente con aria alla temperatura di 24°C, successivamente con gli smartphone immersi in acqua ghiacciata.
Dai grafici è possibile osservare l’eccellente costanza di iPhone 6S e G4, che riescono a conservare la loro potenza di calcolo per tutta la durata del test. Meno lodevoli il One m9 e l’Axon, con andamenti un po’ altalenanti. Infine, il Galaxy S6 Edge ne esce senza infamia e senza gloria, con un andamento non perfettamente costante, ma con una potenza di calcolo comunque superiore a tutti i concorrenti.