Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, alcuni ricercatori sperano che una nuova tecnica di lavorazione dei materiali potrà fornire un modo per creare dei “falsi credibili” in grado di indurre il mercato ad allontanarsi sempre di più dalla commercializzazione dei corni di rinoceronte, che cela una vera e propria mattanza di questi animali e un mercato nero floridissimo. Nella medicina cinese infatti, si ritiene che il corno di rinoceronte sia un toccasana, nonchè un afrodisiaco.
Il commercio dei corni di rinoceronte ha messo in serio pericolo l’intera specie, portandola sull’orlo dell’estinzione
In realtà, coloro che si cimentano nella vendita dei corni di rinoceronte molto spesso lo sminuzzano molto finemente e lo rivendono alla stregua di un vero e proprio “Viagra fatto in casa”. Qualunque sia l’esatta miscela che permette la realizzazione di questo intruglio, la richiesta di corni di rinoceronte continua ad aumentare e ad incentivare pratiche di bracconaggio con effetti devastanti per le (ben poche) popolazioni di rinoceronti rimaste in natura.
Questo studio ha quindi lo scopo di fornire un modo per ridurre la domanda di corni di rinoceronte veri, commercializzandone una copia più economica che può essere utilizzata per “confondere” il mercato. Il corno del rinoceronte non è un corno osseo, come ad esempio quelli delle mucche o gli zoccoli dei cavalli, sebbene ne condivida alcune proprietà fisiche; esso consiste in realtà in un ciuffo di peli che cresce molto fitto e incollato insieme da essudati di ghiandole sebacee, poste proprio sul naso dell’animale.
Si spera che destabilizzando il mercato, la domanda dei corni possa scendere, disincentivando il bracconaggio che ne è conseguenza
Nei loro studi in merito, gli scienziati hanno cercato di unire i ciuffi di pelo che costituiscono la coda di un parente stretto del rinoceronte, il cavallo, incollandoli insieme con un materiali colloso a base di seta, proprio per imitare la componente adesiva del vero corno. Questo studio ha pertanto permesso loro di fabbricare campioni estremamente simili al vero corno di rinoceronte sia nell’aspetto, sia ad un esame tattile.
L’autore principale dello studio, il professor Fritz Vollrath, del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Oxford, ha in proposito dichiarato: “Dalla nostra ricerca sembra che sia abbastanza facile, nonchè economico, realizzare un corno di rinoceronte ‘bio’, che costituisce una replica fedelissima di questo ambitissimo trofeo. Lasciamo ad altri lo sviluppo di questa tecnica, con l’ulteriormente obiettivo di destabilizzarne il commercio, al fine di farne crollare il prezzo e quindi contribuire alla tutela e alla conservazione di questi maestosi animali“.