Pochi giorni fa, poco più di una settimana, in una base militare russa era esploso qualcosa che alla fine è stato identificato con un criptico “fonte di energia isotopica“. L’incidente non è stato indolore tanto che l’esplosione ha causato almeno 5 morti tra gli ingegneri presenti sul sito e ci sono stati anche diversi feriti. Nell’immediato dopo tutto questo diverse stazioni sparse per la zona hanno registrato un aumento della radiazioni nucleari le quali però si dissipate nel giro di poco.
Appena due giorni dopo l’incidente due stazioni di monitoraggio delle radiazioni nucleari in Russia sono andate improvvisamente off-line. Si tratta delle stazioni di Dubna e Kirov le quali hanno riferito direttamente all’Organizzazione globale del Trattato sul divieto dei test nucleari. Hanno avuto dei problemi di comunicazione di rete poco dopo l’esplosione, o almeno è quanto stato riferito dagli enti preposti.
Radiazioni nucleari e le stazioni di monitoraggio
Uno stralcio di un rapporto pubblicato dal Wall Street Journal: “Probabilmente è perché vogliono oscurare i dettagli tecnici del sistema di propulsione missilistica che stanno cercando e non riescono a sviluppare. Ma questo non è un motivo legittimo per interrompere la trasmissione dei dati di monitoraggio del divieto di test.”
La Russia, almeno secondo gli Stati Uniti, ha condotto diversi test nucleari di basso livello finendo così per violare i trattati internazionali. Come detto, il silenzio di certe stazioni può essere un modo per coprire alcune registrazioni compromettenti che evidenzierebbero certe violazioni che porterebbero, di conseguenze, a delle sanzioni di diversa natura ed entità.