Una bizzarra bestia marina dotata di bocca circolare piena di denti seghettati ha innescato una “corsa agli armamenti” preistorica 500 milioni di anni fa. Secondo una nuova ricerca, i radiodonti un tempo dominavano gli oceani e sono tra i primi animali comparsi sul pianeta Terra.
Un nuovo studio ha rivelato come i loro grandi occhi abbiano dato loro un vantaggio quando cercavano cibo, costringendo la loro preda ad adattarsi o morire e alimentando un’ondata di evoluzione. Mentre altri animali all’epoca avevano anche gli occhi, gli occhi dei radiodonti erano particolarmente sofisticati, dando loro il vantaggio in aree dell’oceano scarsamente illuminate.
La testa era dotata di un paio di grandi appendici spinose per catturare la preda, una bocca circolare con denti seghettati e un grande paio di occhi. Grazie al loro equipaggiamento da caccia e la loro visione notturna i radiodonti erano degli eccellenti predatori. Questo scatenò una vera e propria battaglia evolutiva tra predatori e prede, i primi che miglioravano le loro armi da caccia e i secondi che si adattavano potenziando le loro difese.
Fino a poco tempo fa, si sapeva relativamente poco sugli occhi dei radiodonti, ma la scoperta di esemplari di occhi più grandi e migliori ha aperto la strada a una svolta. Un campione di occhi aveva 28.000 lenti sbalorditive, un numero che rivaleggiava solo con insetti come la libellula. Non solo queste creature possedevano una visione nitida, ma erano in grado di vedere a diversi livelli di luce all’interno dell’oceano. Senza di loro probabilmente oggi non vedremmo l’enorme diversità di artropodi in vita, inclusi insetti, ragni, crostacei e millepiedi.
Fossili di radiodonti più antichi risalgono a circa 518 milioni di anni fa e, sebbene non sia chiaro esattamente quando si siano estinti, le creature sembrano essere sopravvissute fino a 400 milioni di anni fa. Un diverso ordine di predatori, di dimensioni variabili da più di due metri di lunghezza a pochi centimetri. È interessante notare che i più grandi radiodonti esistenti sono quelli che avrebbero mangiato questi minuscoli organismi, che è simile all’alimentazione di alcune delle balene giganti di oggi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science Advances.
Ph. Credit: Katrina Kenny
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