Il pittore italiano rinascimentale Raffaello non è morto di sifilide, come suggeriscono le voci della storia. Un nuovo studio rivela che l’artista è morto di una malattia polmonare simile al nuovo coronavirus.
Raffaello Sanzio fu maestro di pittura e architettura presso la scuola di Firenze durante il Rinascimento italiano. L’artista aveva una reputazione di lunga data come donnaiolo e voci dicevano che la sifilide fu responsabile della sua morte all’età di 37 anni.
Ora, 400 anni dopo la sua morte, un team di ricercatori arriva a smantellare questa ipotesi, rivelando la vera causa della morte del pittore. Lo studio è stato pubblicato questo mese sulla rivista scientifica Internal and Emergency Medicine.
Gli autori dell’indagine concludono che Raffaello sarebbe morto di una malattia polmonare. La verità è che il pittore avrebbe visitato le suoi amanti durante le notti gelide, cosa che all’epoca non era mai stata riferita ai suoi dottori. La rivelazione è nel capolavoro di Giorgio Vasari sulla vita di numerosi pittori.
Una forte febbre ha afflitto Raffaello, spingendo il Papa a convocare “i migliori dottori a Roma” per curare il pittore rinascimentale. All’epoca, i medici avevano diagnosticato erroneamente l’artista, prescrivendo il sanguinamento con incisioni o sanguisughe. Questa raccomandazione medica ha solo accelerato la morte di Raffaello invece di aiutarlo.
“Siamo sicuri che l’emorragia abbia contribuito alla morte di Raffaello“, ha dichiarato Augusto Riva, uno degli autori dello studio. “I dottori di quel tempo erano abituati a praticare il sanguinamento per il trattamento di diverse malattie, ma generalmente non era usato per le malattie dei polmoni. Nel caso di Rafaello, non fu spiegata l’origine della malattia o i suoi sintomi e, quindi, il medico ha usato il sanguinamento in modo errato”.
“Un errore medico, e il suo errore nel non raccontare fedelmente la sua storia, hanno contribuito alla morte di Raffaello stesso“, ha concluso l’esperto.
Pertanto, la vera causa della morte di Raffaello è stata una malattia polmonare che, secondo il coautore Augusto Riva, è “molto simile al coronavirus cui assistiamo ora“.
Durante la malattia, che durerà 15 giorni, l’artista fu in grado di preparare un testamento, confessare i suoi peccati a un prete e ricevere i suoi ultimi riti. Raffaello voleva ricevere un grande e imponente funerale in Vaticano.
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