Quando indossiamo un headset per la realtà virtuale, il nostro cervello si convince immediatamente che l’ambiente della simulazione sia reale. L’immersione è così piena che durante i test condotti presso il Virtual Human Interaction Lab presso l’Università di Stanford, i partecipanti hanno rifiutato di saltare giù da un ponte virtuale, benché sapessero che quella situazione non era reale.
La realtà virtuale gioca con la nostra mente, ma può essere utilizzata per guarirla? Una compagnia svizzera chiamata MindMaze ha recentemente ottenuto l’approvazione dell’FDA per l’introduzione negli USA di una terapia VR che utilizza avatar virtuali e situazioni ludiche per per aiutare il cervello delle vittime di ictus a recuperare più rapidamente. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Realtà virtuale: ingannare il cervello per guarirlo
Quasi 800 mila americani all’anno hanno a che fare con gli effetti di un ictus, una problematica causata dal blocco di un’arteria che riduce l’apporto di ossigeno ad alcune parti del cervello. Senza ossigeno, le cellule cerebrali della regione interessata muoiono, dando spesso origine a paralisi parziali o totali di un lato del corpo. Danni all’emisfero cerebrale destro causano perdita di movimento nel lato sinistro del corpo e vice versa.
Se la riabilitazione viene iniziata in maniera rapida ed efficiente, alcuni pazienti possono recuperare il movimento delle zone paralizzate e dei muscoli facciali ricreando collegamenti cerebrali tramite le parti non danneggiate del cervello. La speranza è quella di attivare le cellule più vicine a quelle danneggiate, ma come si fa a stimolare nuove attività cerebrali in corrispondenza di un arto paralizzato?
Un classico metodo riabilitativo è denominato terapia specchio. Guardando l’immagine riflessa in uno specchio dei movimenti dell’arto sano il soggetto ha sensazioni legate all’altra parte del corpo, il feedback visivo è in grado di ingannare il cervello e aprire a nuovi collegamenti cerebrali.
MindMaze ha sviluppato un nuovo strumento riabilitativo che porta il metodo specchio nell’era VR. La macchina, chiamata Mind Motion Pro, può ricordare la Wii per certi versi. Equipaggiata con una camera 3D con rilevatore di movimenti, questo device cattura i gesti del soggetto e li proietta su un avatar virtuale realistico.
Questo strumento permette un recupero più veloce del 35% rispetto ai metodi tradizionali. Tej Tadi, CEO di MindMaze, spiega come questa terapia VR possa essere legata a vari tipi di azioni legate ad altrettanti giochi. MindMotion Pro è stato lanciato in Europa nel 2013 e adesso utilizzato in decine di cliniche e ospedali.
Fonte: seeker.com