Nei fondali di Ventotene un subacqueo si era accorto della presenza di elementi antichi durante un’immersione. Dalla sua segnalazione alle autorità è scaturita la scoperta di reperti appartenenti a navi di epoca romana, alcuni addirittura databili al VI-IV sec a.c.
“Stavamo facendo un’immersione staff, di quelle che facciamo tutto l’anno alla ricerca di nuovi siti dove portare i subacquei, quando abbiamo visto un ceppo d’ancora”, ha detto il subaqueo.
Ventotene, resti della civiltà romana nei fondali dell’isola
I militari del nucleo Carabinieri tutela patrimonio culturale (Tpc) di Roma e del nucleo Carabinieri subacquei di Roma, hanno individuato infatti a una profondità di circa 40 metri e sottoposto a rilievi metrici e fotografici alcuni reperti di elevato interesse storico e archeologico.
Un’ancora in pietra di forma ovale proveniente da una nave risalente al periodo compreso tra il VI e il IV sec. a.C.; un ceppo di ancora in piombo e una contromarra in piombo, già facenti parte della medesima ancora in legno non conservatasi appartenente ad una nave romana risalente al periodo compreso tra il III sec. a.C. ed il I-II sec. D.C..
Un ceppo di ancora in piombo interessato da processi di ossidazione e corrosione, saldato ad un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro con barra mobile ed un’ancora di minori dimensioni, tutte appartenenti al medesimo relitto di nave romana di epoca imperiale; un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro proveniente da relitto moderno; un’ancora di “tipo rampino” proveniente da relitto moderno.
Inoltre, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti, attraverso il suo servizio di tutela subacquea, ha stabilito di valorizzare il contesto archeologico in situ, secondo le recenti indicazioni Unesco in merito al patrimonio culturale subacqueo.
Non è la prima volta che nei pressi dell’Isola di Ventotene vengono ritrovati importanti reperti di navi di Epoca Romana. Nel 2009 la notizia del ritrovamento di cinque relitti di imbarcazioni commerciali naufragate da una missione sostenuta dalla Fondazione nord-americana Aurora Trust fece il giro del Mondo.