Nell’iconica pellicola 2001: Odissea nello Spazio, l’astronauta Dave Bowman si trova a fare i conti con HAL 9000, intelligenza artificiale che gestisce l’astronave. Il film del 1968 diretto dal mitico Stanley Kubrick ha fatto la storia del cinema, ma ha anche avuto un ruolo fondamentale nell’incidere sull’immaginario collettivo per quanto riguarda il rapporto con la tecnologia.
Una prospettiva di certo non tanto invitante, quella di una macchina in grado di gestire tutto, compresa la vita delle persone, questo orizzonte potrebbe concretizzarsi presto. Tuttavia, non c’è motivo per avere paura. Hewlett-Packard sta iniziando a pensare a come i computer a bordo potrebbero prendere decisioni critiche riguardo le missioni spaziali. Non è un film.
Intelligenza Artificiale per la conquista dello spazio
Nessuno ovviamente vuole che le cose vadano a finire come nel film che abbiamo menzionato in apertura, sarebbe un guaio, ma è impossibile non sottolineare l’importanza che l’intelligenza artificiale avrà nell’esplorazione dello spazio. Una IA sa sconfiggere giocatori di poker umani, ma riuscirà a portarci su Marte, ad esempio?
Attualmente, la stazione di controllo sulla Terra monitora costantemente lo stato di salute del personale sulla Stazione Spaziale Internazionale e i direttori di volo si occupano di fornire le informazioni necessarie agli astronauti in caso di problemi. Ma come fare in caso di missioni nello spazio profondo.
Enormi distanze si tradurrebbero in enormi ritardi nelle comunicazioni, questo renderebbe la risoluzione di problemi immediati una sfida impossibile da vincere. Kirk Bresniker di Hewlett-Packard ritiene che la risposta sia da ricercare nell’intelligenza artificiale. Il chief architect di HP immagina un “sistema introspettivo” in grado di controllare la situazione in totale autonomia.
Durante il lungo viaggio verso Marte – afferma Bresniker – gli astronauti dovranno affrontare enormi problematiche, tra queste ci sono lunghi cicli di sonno. Serve un’astronave intelligente in grado di prendere decisioni nel giro di pochi minuti, ma si tratta di un “problema hardware e un problema software. Dobbiamo implementare ogni aspetto per realizzare la visione.
Hewlett-Packard Enterprise sta discutendo con numerose agenzie, NASA inclusa, circa lo sviluppo di algoritmi in grado di gestire un enorme volume di informazioni e rendere più intelligenti le nostre città, le linee energetiche e i veicoli autonomi. Questo non significa che il personale umano NASA sia presto destinato a sparire, come sottolinea Bresniker, tuttavia l’esplorazione dello spazio profondo sembra non poter prescindere dall’aiuto di un’intelligenza artificiale.
Fonte: arstechnica.com