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Robot DNA per consegne molecolari, la nuova frontiera della medicina

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Proprio quando pensiamo che i robot non possano diventare ancora più piccoli, gli scienziati riescono a sorprenderci una volta di più. Un team del California Institute of Techology ha annunciato in queste ore lo sviluppo di un nuovo tipo di robot biologico costituito da un singolo filo di DNA.

Il robot in miniatura, o nanobot se preferite, è così piccolo che può interagire con singole molecole. Mentre il filo di DNA non è esattamente un robot in senso elettromeccanico, è comunque strutturato nella stessa maniera di una macchina, con parti mobili che equivalgono a gambe, braccia e mani. E’ inoltre programmato proprio come un robot, sebbene questo programmazione sia figlia del linguaggio chimico.

Il filo di DNA ha proprietà chimiche e fisiche uniche, determinate dai suoi nucleotidi. Queste componenti, determinate dalle lettere A, C, G e T, sono posizionate in una sequenza di specifiche coppie. Quando un singolo filo incontra un altro filo compatibile, si accoppiano dando vita alla famosa forma a doppia elica del DNA. Questo accoppiamento rende possibile il progetto di un DNA sintetico come afferma Lulu Qian, autrice dello studio.

robot dna nanobot

Molte componenti molecolari del nostro organismo possono essere considerate come macchine che svolgono attività meccaniche su scala nanometrica, lo staff ha tratto ispirazioni da queste macchine molecolari naturali per progettare macchine molecolari artificiali con capacità analoghe ma programmabili da esseri umani. Ogni Robot della Caltech è provvisto di componenti che si comportano come arti robotici.

Nel corso di una serie di esperimenti, i DNA bots si sono comportati come previsto, rendendoli una sorta di “fattorini” microscopici utili in ambito medico. Ad esempio, questi piccoli robot possono costruire molecole artificiali su scale di grandezza normalmente impossibili, oppure sintetizzare un medicinale nel flusso sanguigno, rilasciandolo solo quando viene riconosciuto il segnale chimico emesso da una cellula malata.

Molte di queste possibili applicazioni sono ancora fantascienza, come ammette il team, ma siamo solo all’inizio e questo lavoro potrebbe indurre altri ricercatori a seguire la stessa strada. La nanomedicina fa progressi, pensiamo allo sciame di minirobot per combattere il cancro sviluppato da ricercatori di Amburgo.

Fonte

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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