Il rumore della pioggia è un ticchettio inconfondibile, ritmato, che infonde pace e che risuona sui vetri delle finestre o sull’asfalto in strada. Questa dolce melodia è una frequenza, ogni volta diversa, che riesce a calmare il nostro cervello. L’effetto ci culla e facilita il sonno o risveglia la nostra immaginazione.
Sono sempre più gli studi che mostrano come il rumore dell’acqua abbia un effetto rilassante sulle persone. Esso stimola il cervello e pare abbia un’azione positiva sulla memoria. In gergo viene definito “rumore bianco” a bassa frequenza.
Henry Beston, noto naturalista, diceva che pochi suoni del nostro pianeta sono così elementari. In un certo senso, tutto quello che ha a che fare con l’acqua risveglia i nostri sensi e ci affascina. Naturalmente non tutti siamo “pluviofili”, non tutti ci sentiamo felici o sicuri quando il cielo si tappezza di nubi e la luce diventa plumbea. Tuttavia, è un dato di fatto, basta dare un occhiata su Youtube o su Spotify per scoprire che per molti di noi non c’è niente di meglio che il rumore della pioggia per rilassarci.
Sono in molti a sperimentare una sensazione piacevole quando sentono il suono dell’acqua. Ora, più che piacere o calma, un neurologo direbbe che ciò che avvertiamo è una sensazione di “assenza di minaccia”. I fenomeni naturali associati all’acqua non sono esenti da pericoli, e il mare, la pioggia possono avere una forza inarrestabile.
Dobbiamo concentrarci esclusivamente sul suono dell’acqua: ritmico, regolare, ripetitivo; raggiunge una soglia di decibel che permette al nostro cervello di entrare in uno stato di calma. Al contrario, gli stimoli uditivi che superano i 70 decibel o improvvisi e irregolari vengono interpretati dal nostro cervello come una minaccia.
Si è giunti alla stessa conclusione grazie a uno studio condotto nel 2012 dalla Pennsylvania State University. In breve, siamo fisiologicamente strutturati per reagire a un suono inaspettato, un grido, uno stimolo sonoro stridente. Questo spiega perché il rumore irregolare del traffico e tutti i rumori che popolano la selva urbana ci generano stress ed esaurimento psicologico.
Il nostro cervello ha bisogno di armonia ambientale; l’equilibrio acustico offerto dalla pioggia genera quiete. Solo così il cervello ci gratifica con le endorfine e ci rilascia quel senso di benessere ideale per riposare o per entrare in uno stato placido di introspezione.
Sono molte le persone ad usare il rumore della pioggia per conciliare il sonno. Per chi soffre di insonnia occasionale o associata soprattutto allo stress, può essere una buona strategia. Orfeu Buxton, docente dell’Università di Harvard, esperto di disturbi del sonno, assicura che buona parte dei suoi pazienti traggono beneficio da ciò che egli chiama “camuffamento acustico”.
Si tratta di tutti quei suoni dalle frequenze uniformi che “spengono” la sensazione di minaccia presente nel cervello. Se conduciamo una vita sotto pressione, stress e ansia, alcune aree cerebrali finiscono per stare costantemente all’erta e sulla difensiva. Con il rumore della pioggia si ottiene una specie di camuffamento. Si offre al cervello uno stimolo che genera sensazione di controllo, uno schema ripetitivo che lo convince dell’assenza di minacce esterne. Che tutto è quieto.
In un mondo cosi frenetico, il nostro cervello ha bisogno di istanti in cui tutto sia prevedibile. Di momenti in cui niente ci interrompa, in cui la vita si limiti in un perfetto istante di armonia. Il rumore della pioggia ci riesce. La natura e i suoi fenomeni ci ricongiungono con le nostre radici e ci conducono in quello spazio personale in cui ci limitiamo a essere.
Non dimentichiamoci di un altro aspetto fondamentale della pioggia: il suo odore, il profumo inconfondibile di terra bagnata. La “geosmina” che resta sospesa nell’aria ci cattura con la sua fragranza, facendo riemergere ricordi e trasmettendoci piacevoli sensazioni.
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