La Russia, dopo aver disposto il blocco per l’accesso al sito, procede anche nei confronti dell’app Microsoft LinkedIn. L’ordine è giunto direttamente dal Cremlino nei confronti degli store di Google ed Apple, a cui è stato intimato l’immediata rimozione delle applicazioni che seguita al blocco imposto al portale online in questi mesi.
Detto in breve, l’app Android ed iOS di Microsoft LinkedIn è sparita dagli store. Una mossa che si affianca a quella recentemente voluta per l’oscuramento dell’app del New York Times dallo store di Cupertino.
Le censure, neanche a dirsi, sono davvero di rilievo, sebbene molto diverse l’una dall’altra. Di fatto, mentre in Cina si era parlato di violazioni legate sopratutto alle leggi locali, in Russia si fa questione di dati e data center. Una guerra, quella sui dati che, anche a livello Europeo, sta facendo davvero molto discutere.
Tanti Paesi, infatti, come gli USA, obbligano i fornitori di servizi alla conservazione dei dati in cloud per gli utenti sul territorio nazionale. In Australia, invece, è vietata l’esportazione dei dati sanitari sensibili sui pazienti.
In Russia, pertanto, si richiede che qualsiasi App o sito possieda datacenter locali. Le intenzioni, in tal caso, mirano ai criteri di riservatezza dei dati degli utenti russi a garanzia della protezione dei dati da server esterni. LinkedIn non ha rispettato i termini di legge e, proprio per questo, è stato rimosso. Un portavoce della compagnia ha riferito che:
Siamo delusi dal blocco di LinkedIn operato dal Roskomnadzor. Tale scelta nega l’accesso ai nostri membri in Russia e alle società che usano LinkedIn per far crescere il proprio business
L’azione del Cremlino contro la piattaforma è, chiaramente, un attacco contro la stesa Microsoft, la quale ne detiene giustamente i diritti. Una faccenda che, verosimilmente, potrebbe minare i rapporti politici d’intesa tra gli USA e la Russia, in considerazione del fatto che il Presidente neo-eletto Donald Trump, si è recentemente portato all’attenzione della critica per il fatto di essere stato favorito dall’amicizia russa alle ultime presidenziali.
Ad ogni modo, lo stesso Presidente USA ha espresso la sua volontà di procedere nei confronti di una politica protezionistica per Ford e General Motors. Quali ripercussioni si avranno in merito all’attacco diretto a Microsoft? Avremo modo di scoprirlo.
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