Il 7 Febbraio è stata ufficialmente stabilita la giornata mondiale per la sicurezza sul web allo scopo di porre in essere le problematiche dovute ad un’esperienza di utilizzo dei servizi online che può diventare davvero spiacevole soprattutto tra i giovani, ora insediati da fenomeni come il vamping ed il like-addiction discussi oggi in occasione del Safer Day
Il Safer Day Internet rappresenta in questo caso una prova tangibile dello scarso livello raggiunto nella presa coscienza dell’utilizzo del web soprattutto trai i giovani, verso cui si leva il motto “be the change: united for a better internet”.
Numerosi sono stai oggi gli eventi realizzati in merito al progetto. Microsoft ha ade esempio presentato il suo Digital Civility Index, una indagine che ha coinvolto giovanissimi ed adulti di 14 Paesi.
Qui di seguito si propone un vadenecum essenziale indirizzato tanto ai genitori tanto a quei giovani che si avvicinano al mondo delle reti social e del web. Quali sono le situazioni che minano il corretto utilizzo del web? In particolare:
Safer Day: Relazioni online
Secondo i dati statistici il 43% del popolo degli habitué della rete internet va in contro ad un’esperienza con contatto indesiderato, indipendentemente dalla fascia d’età di appartenenza. Situazioni che capitano spesso in chat o all’interno del contesto social ed a cui si sommano i fenomeni di sexting su materiale erotico (che coinvolgono il 24% del campione) e le molestie, gli insulti e le diffamazioni che vanno sotto il nome di trolling e per il quale si registra il coinvolgimento di almeno una persona su 5.
Safer Day: Connessi a tempo pieno
Educazione Civica 4.0 è stato l’evento portatosi avanti oggi a Roma in riferimento ad un fenomeno decisamente comune e dalla portata preoccupante, ovvero sia il fatto che un gran numero di teenager italiani trascorre gran parte del loro tempo online connesso 24 ore su 24. Di fatto sono gli under 20 a far registrare il dato più allarmante con un 19% di utenti che passano dalle 5 alle 10 ore al giorno su Internet. Inoltre si rende noto che il 90% del campione utilizza Whatsapp, spesso nelle ore notturne.
Safer Day: Cyberbullismo ed Informazione
Secondo Nunzia Ciardi, direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si è riscontrato un aumento consistente delle denunce di minori nei confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo. Un fatto strettamente legato al nuovo processo informativo reso più agevole dal web ed ora alla portata dei ragazzi che si rendono partecipi alla condivisione delle proprie esperienze dirette. Di fatto 2 ragazzi su 3 dichiarano apertamente di aver subito molestie dirette o indirette. Un fatto cui si aggiunge un trend positivo per i giovani ora portati all’accesso spontaneo alle informazioni (48% dei giovani contro l’appena 26% degli adulti).
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha appena redatto un vadenecum chiamato “L’Età dello tsunami” indirizzato ai genitori e nel quale trovano posto tutti i consigli per una corretta educazione digitale.
Ecco 5 abitudini pericolose che minano la nostra sicurezza online ed addirittura la nostra salute.
Regola 1: Genitori, anche su Internet
L’importanza di essere genitori al tempo dei moderni sistemi di accesso alle informazioni online non si può ricondurre alla sola vita reale ma occorre un impegno serio anche nel processo digitale. In questo contesto, quindi, non può essere concesso spazio all’indifferenza.
Regola 2: Utilizzo coscienzioso dei social network
Il ruolo attivo di genitore online implica anche la possibilità di un presidio educativo. Questo non significa tenere sotto controllo il profilo Facebook del figlio ma piuttosto portare ad una condivisione e ad un dialogo su ciò che accade in rete.
Regola 3: A scuola di Internet
Proprio come nella vita reale le esperienze di portano ad acquisire un diverso bagaglio professionale operativo. Allo stesso modo su Internet occorre porre in atto un processo che guidi i più giovani all’affinamento delle competenze circa il corretto utilizzo dei servizi. I diversi gradi di autonomia, in questo caso, sono da equiparare all’età dei ragazzi. Di fatto il caso di un bambino di 10 anni è ben diverso da quello di un teenager sedicenne o di un utente prossimo alla maggiore età.
Regola 4: Esempi che salvano la vita
Il primo vero passo per garantire il corretto apprendimento dei principi base di utilizzo coscienzioso del web ai figli derivano direttamente dal nostro comportamento. Guidare e chattare allo stesso tempo, ad esempio, è un chiaro esempio di abitudine scorretta. In tal caso non vi è soltanto il problema derivante da un comportamento sanzionabile agli effetti di legge ma anche una potenziale conseguenza implicita sulla pericolosità delle azioni.
Allo stesso modo occorre prendere coscienza sulla pubblicazione dei contenuti multimediali e dei commenti, visto e considerato che il web mantiene sempre una traccia tangibile di quanto divulgato. L’utilizzo sbagliato dei sistemi di messaggistica istantanea diretta o in gruppo può inoltre indurre al pettegolezzo e modificare di conseguenza la percezione delle informazioni nella vita reale. Stesso discorso vale per immagini e commenti palesemente osceni che potrebbero delineare un profilo comportamentale decisamente spiacevole in ben determinati contesti.
Regola 5: Responsabilità verso gli altri
Oltre che verso noi stessi la responsabilità delle nostre azioni online ha effetto diretto sugli altri. Pubblicare commenti offensivi ed incoraggiare gli altri a perpetrare azioni simili è un comportamento da non adottare nell’utilizzo sano del web. Contrariamente un utente coscienzioso dovrebbe portare ad un’adeguata segnalazione presso il portale online di riferimento o provvedere al blocco del flame generato dall’azione di un singolo che nella stragrande maggioranza dei casi degenera coinvolgendo un gran numero di utenti.
A questo vedenecum essenziale volutosi per il Safer Day 2017 si sommano le conseguenze di un utilizzo non consono delle piattaforme online per il quale si introducono i termini di Like addiction, challenge, nomofobia e vamping, tutte rispondenti ad una serie ben definita di patologie dovute all’iperconnessione del popolo della rete.
Uno studio posto a cura dell’Osservatorio nazionale adolescenza e condotto su 8.000 ragazzi a partire dagli 11 anni d’età ha portato ad un’indagine su un campione di utenti con età compresa tra i 14 ed i 19 anni in relazione al fatto che il 98% di essi possiede uno smartphone già all’età di 10 anni.
L’osservatorio sottolinea come più i ragazzi sono piccoli, più hanno avuto precocemente tra le mani i vari strumenti tecnologici. Un dato decisamente importante che evidenzia come 3 adolescenti su 10 hanno utilizzato uno smartphone sin dall’infanzia e senza alcun implicito blocco. Secondo i report l’utilizzo delle piattaforme IM, l’accesso alle app ed alla rete e la creazione del primo profilo social avviene già all’età di 9 anni.
Il 95% del campione in esame possiede almeno un profilo social contro il 77% dei pre-adolescenti. Ma a preoccupare è il tempo passato dietro lo schermo del proprio smartphone, tablet e/o PC. Secondo i dati il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore di utilizzo giornaliere con 5 adolescenti su 6 che indicano un tempo di interazione online compreso tra el 3 e le 6 ore al giorno già dopo la scuola.
Il dato portato avanti nel contesto del Safer Day 2017 è a dir poco sconcertante. Di fatto già a 12 anni si arriva a gestire qualcosa come 5-6 profili social e ben 2 o addirittura 3 applicazioni di messaggistica istantanea simultaneamente. Il fatto di poter accedere ad un gran numero di prodotti applicativi non convenzionali consente ai giovani di operare dietro le quinte sotto gli occhi dei genitori che solo in seguito si rendono loro malgrado partecipi di episodi di sexting, cyberbullismo e diffusione online di materiale inappropriato.
A queste dichiarazioni pervenute dall’Osservatorio si somma poi il dato riscontrato nell’utilizzo di profili provati che nessuno conosce e mascherati dietro dati finti. Il 14% degli utenti giovani possiede almeno un profilo fasullo che utilizza per sviare l’attenzione dei genitori cadendo preda del fenomeno del grooming, altrimenti conosciuto come adescamento online di minore.
Di fatto sei adolescenti su dieci dichiarano apertamente di non poter più fare a meno di WhatsApp Messenger e si passa dall’utilizzo classico dei sistemi testuali di chat in classe fino all’inoltro dei compiti in classe. La nuova moda tiene anche conto dell’utilizzo in notturna da parte degli adolescenti. Il 15% si svegli addirittura durante la notte per consultare le notifiche ed i messaggi non letti facendo così registrare una vera e propria patologia che porta all’utilizzo compulsivo degli strumenti della rete (Fomo – fear of missing out).
Come se non bastasse i giovani cercano nei canali online una certa approvazione sociale che deriva direttamente dal numero di like raggiunti ai loro post ed ai loro scatti. La scarsa presenza di Like degenera nel 32% dei casi in episodi di rabbia, frustrazione ed ansia e che desta una certa preoccupazione in relazione al fatto che il fenomeno ha riportato una percentuale generale di rilevanza del 60% ora in costante aumento. Il dato è a dir poco allarmante in questi casi, Lo studio rivela che il il 13% ha seguito addirittura una dieta per apparire più piacente nei selfie e garantirsi quanti più like possibili.
Altrettanto preoccupante è il fenomeno del Social Challenge in cui si viene chiamati a partecipare, tramite tag, a sfide pericolose per garantirsi il selfie estremo. Una moda che coinvolge 2 giovani su 10 e che rischia seriamente di degenerare in episodi e conseguenze davvero spiacevoli.
In riferimento a questi episodi si registra un trend preoccupante per quanto riguarda le sfide ceh hanno addirittura visto episodi estremi di magrezza con 5 ragazze su 100 disposte a tutte pur di essere socialmente accettate dalla comunità Internet e dai loro amici.
Il Safer Day Internet 2017 ha rivestito oggi un ruolo decisamente importante nella valutazione delle conseguenze dirette su un uso non coscienzioso della rete. Da parte nostra, dati alla mano, ci diciamo seriamente preoccupati per il trend negativo registrato e speriamo di aver puntato ad una seria sensibilizzazione dei genitori e degli adolescenti in merito alle problematiche ed alle annesse patologie legate ai vari episodi.
Tu che cosa ne pensi in merito alla questione? Operi un controllo diretto sull’operato dei tuoi figli in rete o concedi decisamente troppe libertà? Qual’è il tuo punto di vista sulla questione? Esprimiti pure rilasciando qui tutti i tuoi personali commenti al riguardo.