I germi vivono dappertutto, quindi è sempre una buona idea stare attenti a dove si mettono le mani, specialmente in luoghi affollati come gli aeroporti. Infatti, quando i ricercatori hanno condotto 18 test su sei diverse superfici in tre aeroporti utilizzando kit di tamponi, questo è quello che hanno trovato:
Il posto più sporco di un aeroporto è il chiosco per il check-in automatico, che conteneva una media di 253,857 CFU (germi e cellule fungine per pollice quadrato); in seconda posizione ci sono i braccioli delle panchine del gate della compagnia aerea, che hanno fatto registrare poco più di 21.000 CFU; infine, i pulsanti per le fontane d’acqua sono arrivati al terzo posto con poco più di 19.000 CFU.
I risultati sono davvero inaspettati
Gli aeroporti sono molto più sporchi ad esempio dei sedili dei water pubblici, notoriamente tra le superfici più sporche, che contengono 172 CFU, o di un pianale da cucina, con 361 CFU. Questi dati si basano sul lavoro svolto da un team di ricercatori dell’Università di Nottingham: la ricerca ha tenuto conto di 90 campioni raccolti su superfici e quattro campioni d’aria nell’aeroporto Helsinki-Vantaa in Finlandia.
Sono stati trovati ceppi di virus respiratori, tra cui il rinovirus (associato al comune raffreddore e alla polmonite), il coronavirus (legato al mal di gola), oltre al virus dell’influenza su molte superfici e nell’aria. I ripiani per i bagagli a mano nell’area di sicurezza sono risultati positivi per questi virus circa il 50% delle volte, rispetto al 14% per i corrimano e al 33% per i pannelli del vetro divisore ai controlli di sicurezza.
È ormai acclarato che i germi e i virus si muovono in tutto il mondo attraverso i viaggiatori: ad esempio, nel 2003, la sindrome respiratoria acuta (SARS) ha viaggiato da Hong Kong verso molti altri paesi, mentre nel 2009, la diffusione mondiale dell’influenza pandemica (conosciuta come H1N1) iniziò a partire dagli Stati Uniti e dal Messico.