Quando si parla di vaccini gli animi iniziano a scaldarsi e nascono delle discussioni che non dovrebbero esistere. La loro creazione ha negli anni permesso la scomparsa di diverse malattie in alcune parti del mondo; purtroppo alcune di queste stanno ritornando a causa della situazione che si è creata. Recentemente è morto il professor Martin Gore, uno tra i più affermati scienziati al lavoro per cercare trattamenti e cure contro il cancro. La causa del decesso è stata causata da un vaccino che l’uomo aveva preso.
Il vaccino era pensato per la febbre gialla, una malattia virale diffusa soprattutto nei tropici e l’assunzione di quest’ultimo è necessaria prima di una visita in alcuni luoghi. L’esistenza di questa contromisura esiste da anni e i numerosi studi condotti finora hanno sempre sottolineato una certa sicurezza e una certa efficacia.
Rischio necessario
Un rischio grave derivato dall’assunzione dal vaccino molto basso, i numeri parlano di un caso ogni 100.000. Tale rischio aumenta nel caso in cui il destinatario risulta avere più di 60 anni, i dati parlano di tre o quattro volte superiore rispetto al normale; al momento esistono comunque pochissimi casi segnalati. Questo rischio è però necessario tanto che Martin Gore ha di sua sponte preso il trattamento farmacologico; ricordo che si tratta di un affermato ricercatore biomedico.
Come tutti i vaccini anche questo presenta una forma attenuata della febbre gialla la quale farà scatenare una risposta immunitaria nell’organismo; il risultato sarà avere una protezione fino a 10 anni. Secondo i dati forniti da Peter Openshaw, ex presidente della British Society for Immunology, sono state spedite più di 600 milioni di dosi e la loro efficacia è riuscita a debellare la malattia in alcuni paesi.
Il piccolissimo rischio legato al vaccino non è comparabile all’altissimo rischio di contrarre la febbre gialla a causa di una puntura di zanzara. Una volta contrattata la malattia la mortalità risulta essere molta alta.