Samsung persevera la sua folle corsa alla fase autodistruttiva del periodo che segue le vicende dello sfortunato Note 7 e ad una certa perdita di fiducia da parte del consumatore. A tutto questo, secondo quanto rinvenuto tra le pagine del portale online di YonHap News, vi è da sommare anche un ulteriore episodio, che riguarda da vicino gli alti esponenti della compagnia, al vaglio degli agenti di polizia che, nella giornata di Martedì 8 Novembre 2016, hanno condotto un’irruzione forzata nella sede logistica di Seoul.
Le autorità della Corea del Sud, incaricate di compiere i controlli, si sono mosse a seguito di un’inchiesta sulla cosiddetta “sciamana”, una fondazione appartenente a Choi Soon-sil finanziata da Samsung Electronics per milioni e milioni di dollari.
Le accuse, in questo caso, sono di illecito finanziamento per attività che avrebbero riguardato la Federazione nazionale di Equitazione per le prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, sebbene in realtà gran parte dei fondi sarebbero poi serviti per il pagamento del cavallo utilizzato dalla figlia di Choi, Jeong Yu-ra e le sue sessioni di allenamento.
Di fatto, la donna, sarebbe riuscita a rendere fattibile il transito di denaro proveniente dai proventi di grosse aziende verso la sua fondazione, mentre Samsung mantiene il totale riserbo sulla faccenda, pur garantendo piena collaborazione alle autorità d’indagine.
Lo scandalo, nemmeno a dirsi, ha letteralmente gettato fango sull’immagine del presidente Park, il quale rischia seriamente di far colare a picco una società che, nell’ultimo periodo, non ha perso soltanto la fiducia del consumatore, ma anche di numerosi azionisti, ora protagonisti di un ammanco di oltre 70 milioni di euro che potrebbero essere il preludio di una Class Action legale sul piano dell’interesse degli azionisti societari. La fiducia dei mercati nei confronti di Samsung Electronics non è mai stata così in basso.