Il 2016 è stato un anno complicato per Samsung. Il flop del Galaxy Note 7; la maxi-multa in favore di Apple; lo scandalo politico; i casi di esplosione anche di dispositivi più datati, come il Galaxy S6. Certo, ci sono state anche grandi soddisfazioni. Come il successo del Galaxy S7 e S7 Edge, tanto da essere proposti in più varianti. Sulle nostre pagine abbiamo anche spesso riportato i tanti brevetti depositati da Samsung nell’anno appena trascorso.
Il sito Sqoop, che registra tutti i brevetti depositati dai colossi tecnologici, ha riportato anche due classifiche dei totali dei brevetti da essi richiesti e riconosciuti negli Usa. Orbene, a vincere è proprio Samsung, che ha battuto tutti, anche Ibm. Stracciando letteralmente pure Apple. Ecco i numeri lusinghieri.
Samsung si è vista riconoscere brevetti quattro volte in più di Apple
Come riporta Businessinsider, Samsung si è vista riconoscere ben 8551 brevetti. Seconda Ibm, con 8.062 brevetti. Terza Lg, con 4.102 unità. Via via le altre: Google quinta (3.210), Sony ottava (2.653), Microsoft decima (2.389). Ed Apple? Bisogna scivolare alla dodicesima posizione: si è vista riconoscere “solo” 2115 brevetti. Meno di un quarto di quelli depositati dalla multinazionale coreana.
Samsung batte la concorrenza anche per quanto riguarda quelli richiesti. Prima con ben 10.695 richieste, seconde e terze sempre Ibm e Lg, rispettivamente con 8.800 e 4.421 richieste di brevetti. La classifica resta sostanzialmente la stessa, ma il gap tra Samsung e Apple diventa ancora più ampio. Il colosso di Cupertino ha richiesto 2.255, quasi un quinto del colosso coreano.
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Ma Ibm impugna questa classifica
Tuttavia, International Business Machines Corporation, meglio conosciuta con l’acronimo Ibm, impugna questa classifica. Infatti, rifacendosi ad altre fonti come IFI Claims. La quale non raggruppa tutti i brevetti in un’unica società come invece fa Sqoop. Bensì li ripartisce per varie divisioni e rami d’azienda. Ciò spiegherebbe perché il colosso coreano stravince in quel modo. Soprattutto nei confronti di Apple, la quale ha molte meno suddivisioni di investimenti rispetto al colosso coreano.